Tagli ai servizi, un danno per disabili e anziani

La denuncia di Mauro Bornia presidente della Consulta: "I progetti di vita non sono conciliabili con ulteriori tagli alle entrare dell’Asl"

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Punta il dito contro la disparità di trattamento tra Asl liguri Mauro Bornia, presidente della Consulta disabili. Una differenza che diventa intollerabile quando a farne le spese sono i disabili. "Risulta lampante infatti una squilibrata ripartizione dei fondi nelle diverse Asl Liguri – spiega Bornia – soprattutto nel comparto della disabilità e anziani. Realtà simili alla nostra, come Savona, Imperia e il Tigullio, per non parlare della stessa Genova, hanno avuto di più e in un periodo di tagli questo fattore doveva essere tenuto in considerazione". Parla di servizi e soprattutto di assistiti che vedono ridursi le prestazioni. "Tra i disabili emergono due tipologie di servizi necessarie – spiega –. Il primo che accolga giovani adulti in un’età corrispondente ad un periodo estremamente delicato della vita, durante il quale si verifica il passaggio dalla scuola alla presa in carico da parte dei servizi territoriali. Queste persone possono essere portatori di ritardo mentale a vari livelli e vanno dai 18 ai 25 anni. La seconda tipologia di servizio dovrebbe favorire l’accoglienza e la gestione dei disabili cronicizzati eo più anziani, alcuni dei quali sono portatori di polipatologie che molto spesso si aggiungono ai problemi comportamentali e alle difficoltà relazionali esistenti. Attualmente si corre il rischio che, superata una certa età, i disabili che non riescono ad essere più assistiti in famiglia, anche se al di sotto dei 65 anni, ricevano l’etichetta di “anziani tout court” e vengano indirizzati in strutture sanitarie e residenziali tarate su un’utenza media con bisogni diversi dai loro".

Ed ecco il nodo della questione. Spesso il passaggio di queste persone avviene in contesti "molto spesso poco adeguati e assai diversi rispetto a quelli sperimentati in precedenza.." Ed ecco la necessità di progetti di vita adeguati e condotti da medici, educatori sanitari, infermieri che ne garantiscano la continuità nel tentativo di ritardare la perdita totale delle autonomie. Progetti non conciliabili con ulteriori tagli imposti alla Asl5, occorre quindi fare fronte comune affinché questo non accada, pena l’effettiva messa in discussione delle necessarie cure per i disabili della nostra Provincia.