
di Franco Antola
Ora la parola d’ordine, in luogo della "vecchia" economia circolare, è multicircle economy. Un impegno industriale e una filosofia di sviluppo che, chiarisce l’amministratore delegato del Gruppo Iren Massimiliano Bianco,"enfatizza la natura multi-business di Iren e la visione industriale a lungo termine focalizzata sull’uso consapevole ed efficiente delle risorse".
Sul tavolo ci sono, per questo, oltre 2 miliardi di investimenti dei 3,7 complessivi. Ecco, in sintesi, la strategia cui Iren ispirerà la propria azione nel prossimo quinquennio, come è scritto nel piano industriale del Gruppo, approvato l’altro ieri dal consiglio di amministrazione, riunito a Reggio Emilia. In sostanza, Iren punta a crescere a livello nazionale e diventare operatore leader nella sostenibilità, confermando il radicamento nei territori storici di riferimento.
Per quanto riguarda Spezia, il Piano Industriale al 2025, confermando le anticipazioni, prevede circa 170 milioni di euro di investimenti, di cui 85 nel sistema idrico integrato per l’acquedotto (costruzione e rinnovo reti, impianti e manutenzione), la depurazione (compresi l’ammodernamento del depuratore degli Stagnoni e la costruzione e il rinnovo di nuovi impianti) e la costruzione e il rinnovo di impianti di fognatura. Altri 85 milioni sono invece destinati al settore ambiente (raccolta rifiuti, con mezzi di raccolta, contenitori, ecc.) e allo smaltimento dei rifiuti per la realizzazione di un biodigestore a Saliceti che tratterà la frazione organica producendo biometano. "Il Piano Industriale al 2025 testimonia la volontà del Gruppo di proseguire nel percorso di crescita intrapreso negli ultimi anni, più che raddoppiando gli investimenti rispetto al Piano presentato nel 2015 – dice Renato Boero, presidente del Gruppo – con importanti ricadute sui territori in cui operiamo in termini di creazione di valore e la consapevolezza di poter contribuire in maniera significativa alla fase di rilancio del Paese. Abbiamo l’ambizione di crescere a livello nazionale e vogliamo affermare la leadership di Iren nella sostenibilità".
Non solo. Secondo l’ad Bianco, forte della leadership acquisita nelle aree storiche, il Gruppo, è "pronto ad ampliare i suoi orizzonti verso nuovi territori, non solo attraverso un’espansione commerciale, ma anche esportando le eccellenze raggiunte in ambito rifiuti ed efficienza energetica". Dei 3,7 miliardi di investimenti previsti al 2025, il 40% (1,6 miliardi) punta a potenziare e digitalizzare i servizi a rete, e in particolare gli impianti di depurazione in area ligure, e a migliorare la qualità del servizio della raccolta rifiuti urbani. Un altro 40% è composto da investimenti per favorire la crescita del Gruppo e riguardano prevalentemente il settore ambientale tramite lo sviluppo di impianti di selezione e trattamento, l’estensione delle reti di teleriscaldamento, la nuova linea a ciclo combinato della centrale termoelettrica di Turbigo e la digitalizzazione.
Nel Piano industriale il Gruppo Iren prevede una crescita media del dividendo pari a circa l’8% annuo, un margine operativo lordo (Ebitda) a 1.160 milioni al 2025 (+ 240 milioni rispetto al 2019) e un utile netto di Gruppo di 350 milioni di euro, in crescita di 113 milioni rispetto al 2019.