Strappo sul ’Pride’ "Evento sfruttato per fare politica Esclusi i fuori casta"

L’ex direttore artistico alza il tiro delle polemiche sulla Raot "Ho incontrato delle resistenze. Costretto alle dimissioni". La replica degli orgazzatori: "Rammaricati per le accuse".

Strappo sul ’Pride’  "Evento sfruttato  per fare politica  Esclusi i fuori casta"

Strappo sul ’Pride’ "Evento sfruttato per fare politica Esclusi i fuori casta"

di Marco Magi

Mentre la nostra città si appresta a vivere il suo secondo ‘Spezia Pride’, promosso da Raot (Rete anti omofobia e transfobia) – che opera da anni per il riconoscimento dei diritti della comunità Lgbtqia+ – si levano le voci di protesta dell’associazione Sdg entertainment, che aveva pensato addirittura di organizzare un’iniziativa propria, il ‘We love Pride’, nello stesso periodo (la parata dello ‘Spezia Pride’ è fissata il 17 giugno), senza però riuscirci. "Hanno trasformato una manifestazione inclusiva in un evento esclusivo ed escludente – afferma deciso il presidente di Sdg, Stefano Di Gangi – . Nel 2022, lo ‘Spezia Pride’ è partito con la mia direzione artistica in una kermesse mirata all’inclusività a 360 gradi. Possibile che, dopo un anno, sia diventato un mezzo per fare politica ed escludere le realtà che non fanno parte della ‘casta’? Dopo aver proposto eventi per lanciare il Pride 2023, ho trovato da subito grosse resistenze dall’associazione promotrice tali che, alla fine, sono stato costretto a dare le dimissioni dal ruolo di direttore artistico e da Raot stessa".

È cominciata così una nuova avventura, la Sdg, che organizza eventi cercando di lasciare un messaggio di facile comprensione su cui riflettere. "Dopo alcuni mesi in cui chiedevamo incontri per proporre una collaborazione negli eventi da noi organizzati, apprendiamo che il Pride è di proprietà, che c’è un comitato politico che decide chi è adatto a partecipare e chi no, che non siamo stati inclusi nell’organizzazione, e come noi tante altre realtà spezzine non politiche. Siamo anche stati esclusi dalla parata proprio con la motivazione scritta di non essere una realtà politica". Inizialmente, Di Gangi dice di aver ottenuto un’autorizzazione a partecipare a una parte degli eventi in qualità di collaboratore esterno. "Presentato il nostro progetto artistico per i tre giorni, abbiamo quindi contrattualizzato gli artisti, per poi scoprire che alcuni non fossero apprezzati. A quel punto, abbiamo pensato di organizzare un evento di contorno e supporto al Pride: ma tra gestori poco collaborativi e costi d’affitto aumentati non c’è stata possibilità".

Nell’evento erano previsti gli interventi di Her, Regina Miami, Immanuel Casto e Romina Falconi, Velma k e le carissime amiche, queer cabaret di The Shade, palla e Chiatta, Dj Moira da Torino, Dj Bradshow dal Mucca assassina, nonché la presentazione di nuovi artisti e di libri, oltre a laboratori. Ma Di Gangi non si ferma qui. "Un ‘We love Pride’ ci sarà sicuramente, abbiamo necessità di organizzarlo. Sarà con tanti momenti divertenti, ricchi di unicità e di messaggi comunicativamente efficaci per un pubblico non elitario – conclude – . Includeremo tutti, se vogliono anche quelle realtà che in questo momento ci hanno ostacolato. Non lotteremo politicamente. Noi non combattiamo, noi amiamo".

La risposta di Raot, associazione presieduta da Valentina Bianchini, non si è fatta attendere. "Andare al Pride significa lottare per dei valori. Allo stesso tempo il Pride è una festa. L’atto, politico ma non partitico, di esporre la propria individualità comporta il celebrarla: ricordando l’oppressione, ci opponiamo ad essa e festeggiamo la libertà di poter essere noi stessi – scrivono i volontari – . Abbiamo voluto e vogliamo un Pride il più libero possibile dalle logiche del guadagno, dello sfruttamento e dell’oppressione, che faccia della solidarietà e del mutuo aiuto il suo motore principale. Ci rammarichiamo delle accuse rivolte al lavoro volontario e disinteressato di tante realtà e di tanti individui che, condividendo tali valori, si impegnano da mesi per costruire non solo eventi ludici, ma anche eventi culturali e di informazione".