"Stangata da sterilizzare subito" Sos dei mitilicoltori alla politica

Gli operatori spezzini fanno squadra con l’associazione dell’acquacoltura

Pesa anche sui mitilicoltori spezzini l’aumento del canone demaniale relativo alla concessione degli specchi acquei all’interno e all’esterno della diga foranea. Si è trattato, fino al 2022, di un importo complessivo intorno ai 35mila euro all’anno, tenuto conto dei canoni per ogni campo di coltivazione con conto da saldare all’Autorità di Sistema Portuale (entro diga) e ai Comuni di Lerici e Porto Venere (rada esterna e vivai nel canale che separa il borgo dall’isola Palmaria). L’aumento del 25,15 per cento del canone fa schizzare l’importo a 44 mila euro. "Una cifra importante, eccessiva dopo una stagione complicata da vari fattori: rincari generalizzati e assalti ai vivai da parte delle orate quanto mai voraci per effetto dell’innalzamento della temperatura" rileva Federica Pinza (nella foto) direttore della Cooperativa Mitilicoltori associati che raduna i vari operatori e provvede, fra l’altro, al pagamento dei canoni demaniali. Si tratta, per ogni campo di coltivazione, di canoni minimi. "Ma il solo fatto che fino a tre anni fa l’importo fosse di 360 euro è una circostanza di non poco conto per capire il malessere" dice Pinza, fresco della partecipazione ad una call con i rappresentanti di tutte le marinerie italiane all’interno dell’Amac, l’Associazione mediterranea degli acquacoltori. "Il problema - rileva - è ovviamente diffuso da un capo all’altra della penisola. Dal confronto fra le varie marineria è emersa la richiesta di un’immediata sterilizzazione dell’aumento". Come? "Con un nuovo decreto governativo che recepisca il lamento diffuso degli operatori già alle prese con problemi gravosi".