
Uniti ‘terra marique’, verrebbe da dire. Non sarà solo il classico scambio delle fedi nuziali a unirli in matrimonio, ma anche un inedito ‘scambio degli erogatori’, che avverrà sott’acqua, fra gli 8 e i dieci metri di profondità, negli straordinari fondali della Grotta Byron. Così, in modalità sottomarina, il 29 agosto, Salvatori, 56 anni, ha scelto di sposare il suo compagno, Franco Bellé, professore genovese di 59 anni. Enrica Salvatori, docente di Storia Medievale all’universitò di Pisa, ha la passione per le immersioni subacquee, che da 5 anni condivide con Franco, suo compagno nella vita e sott’acqua da tre anni, e della quale il matrimonio subacqueo non è che una naturale evoluzione. "Una sceltata dettata – dice la docente – dalla volontà di condividere con i nostri amici del Gruppo sub Ospedale della Spezia un momento di gioia e di festa". C’è la sub parrucchiera che si occuperà dell’acconciatura a prova di acqua, la sub truccatrice che provvederà a un invidiabile trucco a lunga tenuta, il sub pasticcere che preparerà i dolci, vari sub che allestiranno le decorazioni, il sub fotografo che scatterà il servizio fotografico a terra e sott’acqua. E l’officiante? Il maestro sub che ha insegnato a Enrica prima e a Franco poi ad andare sott’acqua, fra i fondali. Le cerimonie saranno invero due: "La mattina in Comune a Portovenere per le tradizionali firme e lo scambio d’anelli. L’officiante sarà anche in Comune il nostro maestro sub, a cui il sindaco ha conferito la delega per sposarci. Nel pomeriggio, la cerimonia sottomarina in Grotta". Gli sposi arriveranno a bordo del gommone nuziale adornato da venti metri di tulle bianco, assieme al cerimoniere, ai quattro testimoni, più parrucchiera e fotografo. Altri gommoni, con sub e parenti saranno al seguito. Gli abiti? Da sposi, ovviamente. "Entrambi – anticipa Enrica – indosseremo una muta leggera. Franco una camicia bianca e un papillon, io avrò delle calzamaglie bianche, una maglietta bianca, una bellissima gonna in tulle e persino il velo". I due si avvicineranno all’altare sottomarino realizzato per l’occasione assieme un arco realizzato da altri sub e qui si scambieranno di nuovo le promesse nuziali. Come? Con cartelli impermeabili, già pronti, sui quali sono scritte formule e risposte.
L’unione sarà infine sugellata dallo scambio degli erogatori, quegli strumenti che consentono ai sub di respirare sott’acqua. Un gesto simbolico che ha anche una allegoria del matrimonio. "Sposarsi è affidarsi, avere fiducia – dice Enrica – il legame di fiducia che si crea andando sott’acqua insieme è importantissimo. Una regola dei sub è non perdere mai di vista il proprio body, cioè il proprio compagno. Puoi perdere anche tutto il gruppo, ma non il tuo compagno. E se mai accade, ci sono regole per potersi ritrovare. La vita ha dato a entrambi una seconda possibilità per vivere la gioia del matrimonio e poterlo fare divertendoci, con i nostri amici e anche ricordando un nostro amico sub morto per Covid è un dono che vogliamo onorare". Il viaggio di nozze? Ovviamente sott’acqua, negli splendidi fondali del Mar Rosso.
Eleonora Mancini