
Legambiente ha presentato un report sula situazione-spiagge (foto d’archivio)
La Spezia, 22 luglio 2021 - Spiaggia libera, ormai quasi un miraggio. Sono dati pesanti quelli snocciolati da Legambiente nel "Rapporto Spiagge 2021. La situazione e i cambiamenti in corso nelle aree costiere italiane" riguardo alla Liguria, dove si registra – specie nel Ponente – una vera e propria occupazione da parte di stabilimenti, campeggi, complessi turistici: la percentuale delle concessioni nella costa sabbiosa è pari al 69,9%, dato impietoso e peggiore d’Italia. Aumentano in modo esponenziale, infatti, le concessioni balneari (+12,5% su base nazionale, 12.166 contro le 10.812 degli ultimi dati del Demanio relativi al 2018), fattore che si mixa con l’erosione costiera lasciando sempre meno spazi agli arenili liberi. Un’anomalia che Legambiente stigmatizza, sottolineando la differenza fra Italia e quanto accade nel resto del continente. "In nessun Paese europeo esiste una situazione simile di gestione delle spiagge. Serve al più presto una legge per garantire il diritto alla libera e gratuita fruizione, per premiare la qualità dell’offerta dei lidi in concessione".
La Liguria, insieme ad Emilia Romagna e Campania, è maglia nera con quasi il 70% dei lidi occupati da stabilimenti. E non mancano i Comuni nella top ten delle maggiori concessioni, divisi principalmente fra Versilia, Romagna e Liguria con "canoni ovunque bassi e che in alcune località di turismo di lusso risultano vergognosi a fronte di guadagni milionari": Laigueglia 92,5 Diano Marina con il 92,2%; fuori dalle prime dieci, ma con dati pesanti, Alassio 88,2%, Santa Margherita 87,4%, Rapallo 86,5. E, quando le spiagge libere ci sono, vengono squalificate in serie B: spesso si trovano alle foce di fiumi e torrenti, dove la balneazione è vietata. In Liguria, rispetto alle oltre 1.200 concessioni per st abilimenti balneari, le entrate dovute come canoni demaniali, arrivano a 11,2 milioni (dati 2016).
Come detto, pesa anche il problema dell’erosione costiera che riguarda circa il 46% delle coste sabbiose e si sta accentuando per cui lo Stato, i Comuni e le Regioni investono 100 milioni l’anno circa, e l’inquinamento, che rende non balneabili il 7,7% delle coste sabbiose della penisola. In Liguria nel 2020 sono stati stanziati 6 milioni per 9 interventi di difesa della costa, in 7 Comuni. Legambiente esprime più di un dubbio su opere impattanti come dighe e pennelli e chiede una legge che stabilisca un limite massimo del 50% per le spiagge in concessione in ogni comune, con regole per garantire passaggi e spazi per i cittadini. In Liguria i Comuni sono obbligati a garantire almeno il 40% di aree balneabili libere e libere-attrezzate rispetto al totale delle superfici costiere, in base alla legge del 2008, "che non viene rispettata perché non prevede sanzioni per chi non la applica". La speranza arriva, però, da diversi stabilimenti protagonisti di buone pratiche, fra rispetto dell’ambiente ed inclusione.