"Spezia ha ricevuto e dato Ora serve un confronto"

Riflessione dell’ex presidente della Provincia Pino Ricciardi. L’invito a Peracchini

Dal convegno di sabato scorso organizzato da LeAli a Spezia, che ha posto all’attenzione degli spezzini un tema centrale come quello della base navale, strategico per il futuro della città, del golfo e dell’intera provincia, arriva lo spunto per chiedere un confronto con il Ministero della Difesa. A proporlo Pino Ricciardi, presidente della Provincia dal 1997 al 2007.

"Come nei momenti importanti della storia cittadina, la crisi del Cantiere Muggiano e quella dell’Efim – scrive Ricciardi – le istituzioni Locali hanno fatto sentire la volontà della Comunità Spezzina muovendosi unitariamente con le organizzazioni sindacali e datoriali ed i parlamentari spezzini di tutti gli schieramenti, così oggi è indispensabile fare altrettanto, unendo l’intera città, i Comuni del Golfo, che hanno anche essi importanti servitù militari, e l’intera provincia per costruire una proposta da confrontare con il Ministero della Difesa. La posta in gioco é il futuro della Città e del Golfo. E’troppo importante per la comunità Spezzina che ha tutto il diritto di essere ascoltata ed evitare che le decisioni riguardanti il suo territorio ed i suoi abitanti avvengano sopra le loro teste. Non si può accettare che la marina militare rimanga nel nostro Golfo solo con la base navale, senza un polo produttivo industriale, senza attività di ricerca e di formazione e senza una riorganizzazione delle attività con la dismissione di spazi ed immobili non più necessari. In sintesi deve essere salvaguardato il reciproco interesse: La Spezia non può essere solo al servizio dello Stato nel sistema Difesa e in quello energetico (Enel e Snam) senza un ritorno in termini ambientali, occupazionali e produttivi".

E sollecita il sindaco Peracchini, che nella sua doppia veste anche di presidente della Provincia, ha – "L’opportunità e la responsabilità di promuovere una iniziativa capace di unire, coinvolgendola, l’intera comunità per ridisegnare la presenza militare nel Golfo e costruire una nuova fase di sviluppo qualificato del territorio". Nella sua riflessione Ricciardi ricorda come Spezia sia cresciuta e sviluppata con la costruzione dell’Arsenale e della Base Navale, a cui vanno aggiunti, Mariperman, l’aeroporto di Cadimare, il CNS, l’ospedale e il tribunale militare, nonché tutte le fortificazioni, facendo di Spezia e del suo golfo un territorio militare ed uno dei presidi principali del sistema della difesa italiano. "In quegli anni – spiega – hanno trovato lavoro in Arsenale, Mariperman e nelle altre strutture circa 15.000 persone e decine di aziende hanno prosperato operando in appalti del militare. Dagli anni ’50 del secolo scorso l’occupazione e le attività produttive collegate al militare si sono via via ridotte ed oggi i lavoratori civili impiegati sono poche centinaia, ma sono rimasti sostanzialmente invariati gli spazi e gli immobili del Ministero della Difesa, in gran parte inutilizzati". Insomma La Spezia è vero che ha ricevuto molto dalla Difesa Nazionale per il suo sviluppo ma ha anche "dato molto del suo territorio, anche di parti particolarmente pregiate, e ha pagato molto durante il secondo conflitto mondiale con i terribili bombardamenti". Da qui la richiesta di un confronto con il Ministero della Difesa.