
Dura lettera degli esercenti del centro storico e di Migliarina: "Lucrano sulle nostre attività". Confartigianato sollecita Palazzo civico. Casati: "Adeguamento obbligatorio per legge".
Quando hanno aperto le bollette della spazzatura, hanno trasecolato. Aumenti da capogiro, che secondo alcuni avrebbero raggiunto anche la soglia del 25%. Un salasso, quello della terza rata della Tari, per i commercianti spezzini. Molti dei quali, una settantina situati tra il centro città e Migliarina, coordinati da Angela Torroni, non hanno esitato a scrivere una dura lettera per stigmatizzare l’operato dell’amministrazione. "Sono due anni – dicono i commercianti del centro – che proviamo ad avere un dialogo con l’amministrazione, perché crediamo fortemente che collaborando possiamo migliorare la situazione drammatica del centro cittadino. Tuttavia anche questa volta c’è grande rammarico l’ennesima presa in giro. Se da un lato, come è costume di questa amministrazione, si fanno grandi proclami su iniziative discutibili come la figura professionale a 12mila euro annui che dovrebbe rilanciare il centro, facendo credere a noi commercianti che un minimo di interesse per le nostri sorti c’è; dall’altro lato in sordina e senza nessuna comunicazione di sorta sono arrivati i pagamenti della Tari con un aumento di circa il 25% rispetto all’anno scorso". Un aumento è norme per chi, a detta dei commercianti, "ha come spazzatura esclusivamente cartone e plastica, materiali notoriamente riciclabili, e soprattutto ha una produzione nettamente inferiore rispetto ad altre categorie. Subire un aumento così importante senza un aumento della produzione di spazzatura o di tipo di materiali da buttare è ingiusto, ed è lucrare su una realtà lavorativa già in affanno. Probabilmente – rincarano la dose i commercianti – quando hanno pensato all’aumento della Tari immaginavano di recuperare da noi i soldi dei parcheggi gratuiti ai turisti che alloggiano nei b&b cittadini: almeno quel progetto è morto sul nascere". Dai commercianti è partita così la richiesta di un nuovo conteggio della Tari "in base anche al tipo e alla quantità di spazzatura che un negozio tradizionale produce. Siamo stufi di essere presi in giro, siamo stufi di dare senza mai ricevere niente".
Un tema sul quale c’è l’attenzione delle associazioni di categoria, come Confartigianato, che ha già sollecitato Palazzo civico. "Diverse nostre imprese giovedì mattina hanno ricevuto la fattura della terza rata della Tari con un aumento inaspettato e si sono rivolte subito all’associazione – dice il vicedirettore Nicola Carozza –. Abbiamo potuto valutare le fatture di pubblici esercizi e laboratori artigianali, riscontrando un aumento medio che va ben oltre il tasso di inflazione del 2,1%: un rincaro che sembrerebbe intorno al 10%, che pesa direttamente sui bilanci di attività commerciali, imprenditoriali e produttive. Abbiamo chiamato l’assessore Casati per chiedere lumi e avviare con lui un approfondimento con gli uffici. Non abbiamo avuto ancora risposte. La Tari cresce sempre, il costo dell’acqua è altissimo, i costi energetici restano elevati per fattori esterni. Il modello di gestione dei servizi alle imprese per ambiti territoriali va rivisto ha finora portato solo a un incremento dei costi. E deve cambiare il metodo: le associazioni datoriali devono essere coinvolte ed informate – aggiunge Carozza – non possiamo apprendere dagli imprenditori degli aumenti". Tante, le richieste di spiegazioni che in appena due giorni sono arrivate agli uffici di Palazzo civico da parte degli imprenditori. A rispondere sul punto, in attesa dei chiarimenti istituzionali, è l’assessore all’Ambiente, Kristopher Casati. "La revisione della Tari approvata dall’amministrazione non è un aumento, ma un adeguamento tecnico obbligatorio stabilito dalla normativa nazionale – dice l’assessore –. Dal 2018 la regolazione economica e tariffaria del ciclo dei rifiuti è affidata ad Arera, che nei prossimi anni verificherà puntualmente che i Comuni abbiano rispettato i parametri stabiliti, con la possibilità di contestare i Piani economici finanziari non conformi. L’adeguamento che abbiamo introdotto riguarda alcune categorie non domestiche, per garantire che le tariffe rimangano entro il range nazionale ed evitare rischi di irregolarità future. È un’operazione di responsabilità e trasparenza, necessaria per tutelare la città e il servizio, non una scelta politica discrezionale".
Casati scende poi nel dettaglio delle tariffe, spiegando che "la categoria dei ristoranti alla Spezia paga circa la metà rispetto a città come Genova, mentre per quanto riguarda le utenze domestiche, La Spezia è il capoluogo di provincia con le tariffe più basse d’Italia. Abbiamo costruito negli anni un sistema che offre ai cittadini un servizio completo e moderno, che pochi Comuni in Italia possono vantare – dice l’assessore –. Questo adeguamento è un passo avanti per continuare a migliorare, nel rispetto delle regole nazionali e con la certezza che La Spezia oggi è un modello virtuoso nella gestione dei rifiuti urbani".