
"Sogno di essere assunto e farmi una famiglia qui"
Primogenito di cinque figli, Serohon ha quattro sorelline che ha lasciato in Bangladesh insieme ai genitori. Come figlio maggiore e maschio, ha dovuto, a causa di una situazione economica non facile, lasciare la propria casa e andare a cercare fortuna altrove. Ma il pensiero per i familiari è costante, e se lo stage che comincerà questa estate al cantiere San Lorenzo andrà a buon fine, parte della busta paga sarà sicuramente destinata a fornire loro un aiuto. Ha appena compiuto diciotto anni ed è arrivato in Sicilia, partendo su un barcone salpato dalle coste libiche, nel novembre del 2021. Altrettanto rocambolesco il viaggio che lo ho portato a Spezia e all’incontro con Don Luca Palei e con la Caritas diocesana, che gli ha cambiato la vita aprendogli un’orizzonte di speranza tra le nebbie della paura e dell’incertezza che inevitabilmente avvolgono un ragazzo di quell’età catapultato da solo a più di settemila chilometri da casa. E’ un richiedente asilo, come lo sono i suoi nove compagni del corso per ottenere la qualifica di installatore di impianti elettrici ed elettronici di bordo che sta frequentando con tanta passione. Ma ora i suoi pensieri, più che sull’accoglimento della sua domanda di protezione internazionale, sono concentrati su questa possibilità: diventare un operaio di un cantiere navale. Un sogno che tra pochi mesi potrebbe diventare realtà. Serohon gli insegnanti dicono che ti stai impegnando davvero molto in questi primi giorni di lezione. E’ faticoso imparare tutte queste nuove?
"La fatica non si sente quasi, diventare elettricista è sempre stata una mia ambizione. Mi è sempre piaciuta la tecnologia, capire come funzionano le cose. In classe c’è un bel clima, siamo diventati tutti amici, spero davvero che tutti possano raggiungere un risultato importante".
Tra gli studenti sei quello che parla meglio l’italiano. Come sei riuscito ad impararlo così bene in poco tempo?
"Con tanto esercizio. Studiare da bambino era una mia passione, quando ho lasciato la mia terra non sapevo se avrei più potuto farlo o a cosa sarei andato incontro".
Questo corso è un autentico regalo. Sei contento di vivere a Spezia?
"Moltissimo, la gente è accogliente e il mare stupendo. Se riuscirò ad essere assunto in un cantiere e qui che vorrei fermarmi per costruire una famiglia".
Vimal Carlo Gabbiani