CHIARA TENCA
Cronaca

Sgarella in piazza a Sarzana ’Niente specchi in camerino’ e il mito dei Soundgarden

La giornalista e scrittrice è ospite della rassegna promossa da ’Il Kiosko Central Park’. Presenterà il suo libro dedicato alla band di Seattle in dialogo con Santacà di Radio Rogna.

Valeria Sgarella

Valeria Sgarella

Sarà questo evento a dare il via all’edizione 2025 della rassegna ’The Sound Garden – Music & Food Sessions’ promossa da Il Kiosko Central Park, in piazza Vittorio Veneto a Sarzana, dedicata ad attività live condite da tanto gusto, in programma fino ad agosto. La giornalista e scrittrice Valeria Sgarella presenterà alle 19 (aperitivo dalle 18) il libro ’Niente specchi in camerino. La storia dei Soundgarden’ (Tsunami Edizioni). "È stato un anno intenso, con tante presentazioni e aver occasione di parlarne con Paolo Bedini, organizzatore del loro tour del 1989 in Italia, che sarà presente all’evento, è un’ideale chiusura del cerchio" esordisce l’autrice, che dialogherà con Sara Santacà di Radio Rogna. "Sono, inoltre, felice – continua – di presentare il mio libro in questa location, dando inizio alla loro stagione estiva, che fra l’altro ha un nome vicino a quello della band". Ancora Seattle, ancora voci dalla città capaci di scrivere la storia della musica mondiale.

Perché proprio i Soundgarden?

"L’idea del libro non è mia: tra tutti i personaggi e i musicisti di Seattle, forse loro sono quelli che avrei approcciato con più paura, essendo quasi inarrivabili, circondati da quest’aura di severità e inaccessibilità. Quando mi è stato proposto ero scettica e si è rivelata una sfida importantissima anche a livello di ricerca: ho avuto la fortuna di intervistare due membri del gruppo e questo mi ha arricchito. Sono andata là con intenzioni molto serie: consegnare un poster del concerto dei Soundgarden dell’89 al Velvet a Kim Thayil (chitarrista del gruppo, ndr.): l’ho recuperato e ci sono riuscita. Chris Cornell (frontman dei Soundgarden, mancato tragicamente nel 2017, ndr.) negli ultimi anni aveva ricordato più volte questo tour in Italia, pieno di colpi di scena e aneddoti".

Qual è l’eredità del Seattle sound?

"Ci sono più motivi. Il primo è che quelli della nostra generazione sono nostalgici e collocano nella propria adolescenza, come è giusto che sia, una serie di riferimenti musicali. Vedono questo periodo come epoca irripetibile e da un certo punto di vista è vero, che si parli di grunge, brit pop o altro. A livello sonoro, ci sono state autodistruzione e poesia, con tanti musicisti davvero in gamba".

Chi sono i Soundgarden per lei, adesso?

"Sono partita dall’idea che fossero quasi inarrivabili, severi, intransigenti dal punto di vista personale e mi sono resa conto che hanno fatto scelte coraggiosissime anche a livello artistico; forse si trascura troppo che sono stati loro a dar inizio al movimento di Seattle, che le case discografiche di un certo peso si sono interessate a loro prima che ai Nirvana e hanno scelto inizialmente di rinunciare a una major per incidere con etichette indipendenti, in modo da costruire una loro fanbase. Poi ho scoperto che sono persone squisite, di estrema gentilezza, e ho capito quanto fosse ancora doloroso pensare a una band che non c’è più, anche per cavillose questioni legali a seguito delle quali non possono uscire canzoni che Cornell stava incidendo prima di morire. C’è una causa legale da cinque anni".

Chiara Tenca