MASSIMO BENEDETTI
Cronaca

Sicurezza: sequestrate sei giostre fuorilegge. Indagati tre imprenditori spezzini

L’inchiesta dei carabinieri di Vercelli sul rilascio delle certificazioni. I titolari toscani finiti nel mirino risiedono tra La Spezia ed Ameglia

Il luna park di Legnano, dove è partita l'indagine dei carabinieri (Studiosally)

La Spezia, 28 febbraio 2019 - Ha toccato anche La Spezia e la provincia l’indagine condotta dai carabinieri di Vercelli sul rilascio delle certificazioni per le giostre, nel rispetto dei requisiti di sicurezza previsti dalla legge. Sei le giostre spezzine finite nel mirino, per le quali è in corso la notifica del sequestro preventivo a tre persone. I titolari delle giostre in questione risiedono tra La Spezia ed Ameglia, ma i carabinieri fanno presente che trattandosi di ‘attività di spettacolo viaggiante’, potrebbero non trovarsi al momento nella zona. E potrebbe anche essere che la certificazione finita nel mirino dell’Arma, sia avvenuta con i titolari in buona fede.

L’indagine ha preso avvio un’anno fa, dopo l’incidente a Legnano di una tredicenne che è caduta e si è procurata delle lesioni, a seguito del malfunzionamento di una giostra. Proprio gli accertamenti avviati dall’Asl in seguito alla disgrazia, hanno fatto emergere uno scenario inquietante. È stato il sindaco di Borgo d’Ale in provincia di Vercelli, estraneo ai fatti, il primo a notare delle anomalie rispetto alle procedure di legge per il rilascio delle autorizzazioni/certificazioni di esercizio delle giostre. I carabinieri si sono messi in moto, coordinati dal sostituto procuratore di Vercelli Davide Pretti, e hanno scoperto che tra il 2016 ed il 2018, il comandante della polizia municiplale di Borgo d’Ale, dietro esborso di illeciti compensi, avrebbe rilasciato oltre 1.000 codici identificativi a vantaggio di giostre per spettacoli itineranti, senza che venissero effettuate le verifiche, in particolare quelle di competenza della commissione comunale/provinciale di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo, che dovrebbe procedere al «controllo di regolare funzionamento nelle ordinarie condizioni di esercizio». In base agli accertamenti svolti, nessuna commissione risultava essere mai stata convocata e, men che meno, risultava effettuato l’accertamento sulle condizioni di funzionamento.

L’attività risulterebbe essere stata sollecitata da intermediari, per lo più professionisti dell’area tecnica, anch’essi indagati, a loro volta in contatto con i proprietari delle attrazioni, che avrebbero indirizzato le richieste, provenienti da ogni parte d’Italia e formulate proprio in base alla facoltà offerta dalla normativa di poter individuare liberamente il luogo e conseguentemente l’amministrazione comunale dove sottoporre a controllo e registrazione le giostre, verso il Comune di Borgo d’Ale. I personaggi emersi nel filone principale dell’indagine, sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e peculato.

La necessità di interdire l’uso di attrezzature potenzialmente pericolose, ha reso necessario un provvedimento di sequestro, a carico di 1.095 divertimenti e spettacoli viaggianti nei confronti di quasi 700 persone o società proprietarie, presenti in 88 province. Sette le misure restrittive, di cui una in carcere, con 36 persone indagate