Sequestrati in Africa tre container di armi Sarebbero passati dal porto della Spezia

La nave Eolika bloccata a Dakar, in Senegal, dalla locale dogana era arrivata nel nostro scalo il 1° dicembre e ripartita il giorno dopo

Neanche una settimana fa, l’agenzia delle dogane, la guardia di finanza e i carabinieri del Ros avevano sequestrato in porto oltre 400 chili di cocaina nascosti in un container proveniente dalla Repubblica Dominicana e diretto a Valencia. Ma non ci sarebbe solo la droga a transitare dal nostro porto, pure le armi. C’è infatti anche lo scalo marittimo della Spezia in un’indagine che dall’Africa abbraccia diversi paesi alla ricerca di un presunto traffico internazionale di armi. Tutto nasce da un’operazione degli investigatori della dogana del Senegal che nel porto di Dakar, durante una perquisizione a bordo della nave cargo Eolika battente bandiera della Guyana, hanno trovato tre container pieni di munizioni per armi da guerra per una valore di oltre quattro milioni e mezzo di euro. Cosa c’entra La Spezia? Perché prima di raggiungere Dakar, la Eolika aveva fatto scalo nel nostro porto il primo dicembre ed era ripartita il giorno dopo. Potrebbe avere caricato qui i container con le armi? Al momento è soltanto un’ipotesi. E’ certo anche che il 15 dicembre la nave aveva fatto uno scalo di 5 ore nelle isole Canarie, a Las Palmas e che in precedenza, a ottobre e a novembre, aveva toccato anche porti della Grecia e della Turchia. La sua destinazione finale era la Repubblica Dominicana. Le autorità di Dakar non hanno fornito dettagli sulla possibile origine e destinazione di queste munizioni.

Ma è inevitabile che la notizia abbia scaturito un vespaio. Le associazioni locali Accademia Apuana della Pace, Acli La Spezia, Arci La Spezia, Archivi della Resistenza-Circolo Bassignani, Associazione Culturale Mediterraneo, Associazione Amici di Padre Damarco, Associazione di solidarietà al popolo Saharawi, Cittadinanzattiva, Comitato Acquabenecomune, Gruppo di Azione Nonviolenta, Legambiente e Rifondazione Comunista, si sono unite alle richieste di Rete Italiana pace e disarmo, dell’Osservatorio permanente sulle armi leggere e le politiche di sicurezza e difesa (Opal) e dell’associazione Weapon Watch. "Chiediamo all’agenzia della dogane di fare immediatamente chiarezza e rendere note tutte le informazioni necessarie riguardo al carico di munizioni di produzione italiane che sono state sequestrate in Senegal. Chiediamo inoltre alla capitaneria di porto e all’Autorità portuale della Spezia di rendere noto se il carico di munizioni fosse provvisto di tutta la documentazione richiesta della legge e siano stati effettuati tutti i controlli previsti".

Massimo Benedetti