ANNA PUCCI
Cronaca

Sentenza finale sulla lite con Gefil Al Comune soltanto 800 mila euro

L’amministrazione aveva contestato mancate riscossioni e altri crediti per oltre 7 milioni e mezzo. La Corte dei Corti di Roma ha deciso in appello sul contenzioso aperto da anni con l’ex concessionario

di Anna Pucci

L’amministrazione comunale aveva inizialmente puntato alto, a quasi 8 milioni di euro. Alla fine ha ottenuto meno di un milione ma almeno il contenzioso contro Gefil è stato parzialmente vinto. Si è chiusa così una vicenda che si trascinava da anni: alla società spezzina il Comune di Sarzana aveva affidato in concessione la riscossione dei tributi e delle entrate fino al 2014, quando l’allora amministrazione Cavarra decise di reinternalizzare il servizio. Negli anni successivi, gli uffici comunali contestarono a Gefil di aver svolto male il lavoro, in pratica di non aver riscosso, nel tempo, tutto quanto avrebbe dovuto in termini di tributi e multe stradali. Il complicatissimo contenzioso si è chiuso in queste settimane con la sentenza 3512021 della Corte dei Conti di Roma, in appello, a seguito della quale Gefil ha bonificato 857.540 euro nelle casse del Comune, assistito nella vicenda dall’avvocato Pietro Piciocchi (che è anche assessore al bilancio e patrimonio del Comune di Genova). Una somma che suscita l’entusiasmo dell’attuale amministrazione, nelle persone dell’assessore al bilancio Daniele Baroni e della sindaca Cristina Ponzanelli, che annunciano come i soldi saranno spesi: "Per scongiurare aumenti Tari nel 2022 e per investimenti importanti per la manutenzione e la riqualificazione di marciapiedi, pavimentazione pubblica e abbattimento delle barriere architettoniche".

Ma, appunto, il bicchiere è pieno a metà, dato che la cifra inizialmente calcolata era di ben altro tenore. "In base a quanto sostengono gli uffici comunali – spiegava il 3 maggio 2018 l’allora amministrazione Cavarra – il contenzioso potrebbe portare nelle casse una cifra non inferiore a 3 milioni di euro, tra crediti non andati a buon fine, spese di procedura non dovute al concessionario, interessi legali e spese di giudizio, fino a un importo massimo riconoscibile di 7,5 milioni". Il braccio di ferro vedeva da un lato Gefil chiedere il “discarico”, istituto che prevede per la società assegnataria del servizio di essere esonerata dal recupero delle somme degli insolventi, diventate inesigibili (per la maggior parte sanzioni per violazioni al Codice della Strada e tasse sui rifiuti non pagate); dall’altro il Comune che riteneva inadeguata l’attività svolta da Gefil e che questa dovesse versare oltre 7 milioni e mezzo.

Con sentenza del 3 luglio 2019 depositata il 23 marzo 2020, la Corte dei Conti di Genova – alla quale si era rivolta Gefil per chiedere il discarico – aveva in parte accolto le tesi del Comune, guidato dall’amministrazione Ponzanelli, condannando Gefil a pagare un milione di euro. La sentenza aveva infatti riconosciuto a Gefil il discarico delle somme relative al 2013 perché il Comune non si era opposto entro i termini e del 65 per cento di quelle del 2015 ma non di quelle del 2014. Risultato: Gefil fu condannata a versare 280 mila euro per somme non incassate del 2015 e 750mila euro per il 2014. La lite giudiziaria è proseguita, con il Comune che nell’estate 2020 ha fatto ricorso in appello a Roma contro la sentenza di Genova, tornando a reclamare quasi 8 milioni di euro. La sentenza di Roma mette la parola fine al contenzioso, confermando l’accoglimento solo parziale del provvedimento di “rigetto al discarico di quote inesigibili” emesso a suo tempo dal Comune nei confronti di Gefil.