
L’incontro con Bassetti che si è svolto al centro Sunspace
Curare, divulgare, insegnare: sono questi "i tre veri compiti che un medico moderno oggi ha". A sostenerlo è Matteo Bassetti, medico infettivologo, professore ordinario di malattie infettive all’Università di Genova e direttore sia della scuola di specializzazione in malattie infettive dell’Ateneo genovese sia della clinica di malattie infettive dell’ospedale policlinico San Martino di Genova; che ieri pomeriggio, nello spazio "Sunspace" di via Sapri 68, ha presentato il suo ultimo libro "Essere medico, come l’empatia aiuta a guarire". L’incontro, introdotto dalla sindaca di Calice al Cornoviglio, Federica Pecunia, moderato dal giornalista Filippo Paganini è stato voluto dall’onorevole Raffaella Paita, capogruppo in senato di Italia Viva. "Noi abbiamo – esordisce Paita – un sistema sanitario nazionale che è stato per anni un fiore all’ occhiello del paese, con professionisti di grande livello, qualità ed eccellenza e che purtroppo attualmente vive un momento di crisi; per questo necessiterebbe di una riforma e di coraggio per attuarla". Il libro traccia un’ indagine che, spiegando come si realizza questo tipo di alleanza tra medico e paziente, ci conduce direttamente nella prima linea delle corsie ed è capace di far toccare anche ai ‘non addetti ai lavori’ il significato più profondo e completo della professione e della dimensione di medico oggi. "il medico – spiega Bassetti - deve mettersi in gioco, deve far emergere la sua parte interiore. Nella mia formazione – prosegue - negli anni ‘90 mentre frequentavo la scuola medica lo stereotipo del medico più in voga era quello del sanitario freddo, distaccato. Ricordo ancora un mio professore che arrivava e neppure ci rivolgeva la parola; entrava in sala operatoria e a malapena faceva un cenno al paziente. Ecco questo era il modello con cui è cresciuta la mia generazione, un esempio di medico magari tecnicamente “un fenomeno“ ma al quale mancava la parte emotiva fondamentale per il benessere del paziente. Quella che lo porta a sedersi sul letto del malato, a prendergli la mano e dialogare con lui, facendolo sentire umanamente vicino".
Alma Martina Poggi