Esplorare il paesaggio ed ‘esprimerlo’ attraverso quattordici affabulazioni. ‘Erbe chimeriche’ è l’ultima pubblicazione di Francesco Terzago che, con il suo ‘Ciberneti’ (Pordenonelegge-Samuele Editore) è stato nella selezione del premio Strega, poesia, proprio quest’anno. Un libro disponibile in gratuità sul sito dell’editore (www.bsidewar.org, in versione ebook, mentre le copie cartacee del volume sono in esaurimento, dato l’alto numero di prenotazioni) e frutto di una residenza artistica internazionale in Friuli-Venezia Giulia nel novembre del 2022, grazie a IoDeposito. In questa raccolta di prose d’arte e illustrazioni, Terzago esplora l’ambiente friulano, il Carso, documentando la sua viandanza. Luoghi solitari, periferie, strade, brughiera assumono così contorni fantastici e invitano il lettore a riflettere sul confine tra i nostri corpi e la natura che ci circonda. Ciò che ha fatto l’autore con escursioni in solitaria nell’area di Valvasone, Sagrado e Doberdò. Giornate spese lungo i brecciati della grande guerra, tra le macchie rubino dello scotano, un arbusto noto come ‘albero della nebbia’ e capace di resistere al rigido clima dell’area, alla bora sferzante. Le piante, in questo libro, lasciano il perimetro della tassonomia, dimenticano le coordinate che hanno assunto in ambito botanico e sono proposte come materia sognante in una rivisitazione postumana degli erbari cinquecenteschi.
Le liane di vitabla, che si ritorcono sugli elettrodotti, diventano l’’Elettrolisia’; la vite canadese e l’edera che avvolgono un cartello stradale in una strada secondaria: ‘Trafficolina’; il Tagliamento – il più importante fiume che attraversa la Carnia – è trasfigurato in ‘Radicemobile’; l’organo del duomo di Valvasone, giunto a noi dal XVI secolo: ‘Cannasonora’; questi sono solo alcuni esempi delle schede proposte nelle 45 pagine del bel volume ‘Erbe chimeriche - Un compendio illustrato’ (edito da B#S). Un’ispirazione georgica, sulle tracce di Erasmo da Valvasone – come ci suggerisce lo stesso autore – , che restituisce l’identità del paesaggio carsico senza colonizzarlo. Ed evitando di ricalcare il modello del ‘grand tour’ nel quale un autore proponeva, con forma diaristica, le sue sensazioni su luoghi che visitava per la prima volta esorcizzando l’esotismo in un cimento letterario e lirico.
Marco Magi