
Legambiente e alcuni residenti dei quartieri del Canaletto e di Fossamastra rilanciano l’offensiva contro i rumori che salgono dal porto e investono le case prospicienti. Lo fanno con un nuovo esposto alla Procura della Repubblica mosso dall’ansia indotta dal futuro ampliamento del molo Ravano e del Terminal del golfo, in pendenza di una fascia di rispetto ancora dimensionalmente limitata rispetto alle prescrizioni del piano regolatore porto del 2006.
Ad assistere l’associazione ecologista e i residenti del levante sono gli avvocati Valentina Antonini e Andrea Giorgi col supporto del giurista ambientale Marco Grondacci (nel 2000 assessore comunale all’ambiente, funzione dalla quale diede le dimissioni per i contrasti sorti con l’allora sindaco Giorgio Pagano proprio in materia di contenimento dei rumori del porto).
La presentazione dell’esposto risale al 22 luglio scorso. Ieri è trapelata la notizia dell’apertura di un fascicolo.
L’atto propulsivo di parte si ancora alle parole espresse dal gip Fabrizio Garofalo nel decreto con cui accolse istanza, del pm Monica Burani, di archiviazione dell’inchiesta per disturbo della quiete pubblica (incardinata per effetto del vecchio esposto dell’ingegner Vittorio Gasparini) con la formula "perché il fatto non è previsto dalla legge come reato" ma al tempo stesso sollecitò il magistrato inquirente ad indagare per l’ipotesi di omissioni di atto d’ufficio indicando nel Comune della Spezia l’ambito su cui accendere i riflettori. Il dottor Garofalo andò oltre, scrivendo: "Appare doveroso intervenire tempestivamente quanto meno per cercare di limitare le immissioni sonore provenienti dall’area portuale". Da una parte rilevò che non poteva essere inibito lo svolgimento dell’attività dello scalo; dall’altra affermò: "Di fronte ad una situazione di costante pregiudizio della salute dei cittadini che vivono nelle abitazioni poste a pochi metri dal porto, sarebbe stato doveroso provvedere in via d’urgenza per cercare di porre rimedio".
Il nuovo esposto rileva che il sindaco attuale Pierluigi Peracchini e quelli che lo hanno preceduto mai hanno sollecitato l’Asl 5 a valutare il rischio per la salute pubblica indotta dalla rumorosità del porto, pur essendo il primo cittadino la massima autorità sanitaria del territorio. L’offensiva va oltre, chiamando la procura ad indagare anche sulla mancata previsione di pianificazione di zonizzazione acustica nel Prp (prevista invece per il porto di Carrara) ritenendo impropria la recente classificazione comunale che ha indicato l’area residenziale prospiciente la Marina del Canaletto "zona prevalentemente industriale". Il timore è che l’area del levante non sarà in grado di sopportare l’incremento sonoro indotto all’ampliamento del porto. Di qui l’appello alla Procura ad indagare per le ipotesi di reato di inquinamento ambientale e omissione di atti d’ufficio. Ad aprire il nuovo fascicolo è stato lo stesso titolare di quello pendente. Intanto da qualche mese davanti a palazzo di giustizia, a 80 metri dal porto, staziona una centralina dell’Arpal deputata a rilevare i rumori. I monitoraggi ci sono, disposti dall’Autorità di sistema portuale di concerto col Comune. I risultati non sono ancora pubblici.
Corrado Ricci