REDAZIONE LA SPEZIA

Sarà pronta nel maggio 2022 l’idrovora del Canal Grande

Ieri la consegna parziale delle aree sulla sponda destra del fiume Magra in località Cafaggio

E’ uno dei capitoli di maggior rilevanza in una storia che è iniziata 20 anni fa, quando il fiume è tornato a farsi sentire. Da allora la sicurezza della piana amegliese e di oltre 2 mila residenti è strettamente collegata alle bizze del Canal Grande, il corso d’acqua collegato al Magra che taglia la frazione del Cafaggio prima di sfociare a mare. E’ proprio in questo tragitto che dal 2008 al 2011 per 3 volte acqua e fango sono piombati nelle case dei residenti senza bussare. La messa in sicurezza è un traguardo che si avvicina grazie l’installazione del nuovo impianto idrovoro da 6 milioni di euro stanziati dal Governo nel 2019 e gestito dalla struttura commissariale della Regione. In questi giorni inizierà l’operazione di bonifica bellica dello spazio individuato alla Puntarella, al bivio che porta a Bocca di Magra, per poi dare il via al cantiere che prima dell’autunno del 2022 consegnerà l’opera. La stazione di pompaggio verrà realizzata dalla Tmg di Sondrio: una vasca interrata di 12 metri per 15 con 4 pompe idrovore alte 3 metri ognuna delle quali capace di aspirare 2 metri cubi di acqua al secondo. Entrerà in funzione automaticamente quando il livello del canale raggiungerà una portata pericolosa e l’acqua sarà scaricata nello spazio antistante occupato da una darsena. Alla presentazione dell’opera era presente l’assessore regionale Giacomo Raul Giampedrone con progettisti, tecnici di Provincia e Regione e assessore comunale Andrea Bernava. "Un’opera – ha detto Giampedrone – che sento particolarmente perchè ho vissuto da cittadino, sindaco e adesso assessore regionale le difficoltà del territorio". A salutare con soddisfazione il progetto anche Antoio Perella, nuovo presidente del Comitato del Magra, nato all’indomani delle alluvioni del 2008. Le idrovore ora posizionate sulle sponde del canal Grande torneranno a far parte della colonia mobile della protezione civile regionale.

Massimo Merluzzi