REDAZIONE LA SPEZIA

Soccorsi dalla nave Humanity One: una madre con sette figli piccoli tra i 68 migranti sbarcati a La Spezia

Per tre persone è stato necessario il ricorso alle cure ospedaliere. Solo la metà sistemata in Liguria. L’impegno delle istituzioni e dei volontari delle associazioni per la prima accoglienza sul molo

In banchina volontari e personale pubblico hanno curato l’accoglienza

In banchina volontari e personale pubblico hanno curato l’accoglienza

La Spezia, 6 maggio 2025 – C’erano anche sedici minorenni non accompagnati e una madre con i sette figli piccoli tra i 68 migranti sbarcati ieri nel porto della Spezia. La nave Humanity One ha attraccato intorno alle 9.30 e, come sempre, ad assicurare la prima accoglienza erano in campo, oltre a personale delle istituzioni, i volontari di varie associazioni. Le operazioni si sono concluse intorno alle 17.

Diverse le nazionalità delle persone accolte: 8 bengalesi, 28 pakistani, 21 egiziani, 2 iraniani e 9 di nazionalità somala. Il sito di sbarco è stato allestito direttamente sul molo, sotto il coordinamento della prefettura. Sul posto, la Croce Rossa con 15 volontari e tre ambulanze insieme ai volontari e ai rappresentanti di diverse associazioni tra cui Caritas, Cgil, Arci, Anpi e Amnesty International. Presente anche la commissaria straordinaria dell’Autorità portuale, Federica Montaresi.

Al momento dello sbarco sono stati effettuati gli screening sanitari e i migranti hanno avuto subito abiti nuovi – spiega la prefettura – perché su quelli indossati è stata riscontrata la presenza di parassiti. Tre persone hanno avuto necessità di ricorrere alle cure ospedaliere, tra i quali un ragazzo di 17 anni trasportato in ambulanza al San Bartolomeo di Sarzana. Già ieri 32 migranti sono stati trasferiti in centri di altre regioni mentre 36 sono rimasti in Liguria, di cui 7 in provincia della Spezia. Il prefetto Andrea Cantadori ha espresso “apprezzamento a forze di polizia, istituzioni, Croce Rossa, Caritas e Cooperativa Mondo Aperto per la gestione dello sbarco”.

Lo staff di Humanity non ha mancato di sottolineare il disagio ulteriore che i migranti e chi li ha soccorsi hanno dovuto sopportare perché, come prassi, il governo ha indicato come porto sicuro non uno vicino ma quello della Spezia, cosa che ha costretto ad allungare il viaggio di cinque giorni prima di poter scendere a terra.