Un’ottantenne spezzina si è rivolta al Cup per prenotare una visita medica riabilitativa ma dovrà aspettare dieci mesi per accedere alla prestazione sanitaria. È andata peggio a una signora di mezza età che a seguito di un intervento chirurgico da anni deve sostenere una risonanza magnetica con mezzo di contrasto all’encefalo: dopo aver tentato invano di prenotare con Asl5, si è vista anche rifiutare la prestazione da due centri diagnostici toscani convenzionati con Regione Toscana ai quali si era sempre rivolta e che fino a poco tempo fa accoglievano anche pazienti da fuori regione. Risultato: si è dovuta rivolgere a un centro privato, sborsando 300 euro. Curarsi sta diventando sempre più complicato per gli spezzini: i due casi sono sollevati dal consigliere regionale del Pd, Davide Natale per mettere in luce lo stato in cui si trova la sanità spezzina e regionale.
"Toti si era autoincensato per essere riuscito ad arrivare in 5 anni, per quanto riguarda le fughe verso altre regioni, da 151 milioni di euro a 147. La notizia è che la Liguria spende 147 milioni di euro all’anno per pagare le visite fuori regione. Tale cifra – afferma Natale – è anche la fotografia dei disagi che tanti pazienti devono affrontare per curarsi. La cosa che fa veramente riflettere e preoccupare non è la riduzione di dimensioni infinitesimale ma è la quantità di risorse che la Liguria versa nelle tasche delle regioni vicine che invece potrebbero essere usati per rilanciare la sanità ligure. Non c’è niente da festeggiare, anche perché sono sempre di più i cittadini spezzini che vengono rifiutati da centri diagnostici toscani che sono convenzionati con la Regione Toscana e che un tempo ricevevano anche i pazienti liguri. La spesa sarà ridotta anche per questi motivi, ovvero, la chiusura delle agende nei centri che erano convenzionati?".
Una circostanza, quella legata al possibile taglio da parte della Regione Toscana di convenzioni a favore di pazienti extra regione, per la quale La Nazione ha chiesto spiegazioni all’assessorato regionale alla sanità, che si è preso tempo per verificare la situazione. Vicenda che si innesta con una questione più ampia, ovvero il presunto buco da 140 milioni nella sanità ligure che ha recentemente spinto il governatore Giovanni Toti a ’sollecitare’ i direttori delle Asl a ricavare sui territori almeno la metà di quei soldi. "Toti riversa la colpa sui direttori generali come se lui, l’assessore competente e Alisa non avessero nessuna responsabilità. I Direttori delle diverse Asl, da lui stesso rinnovati mesi or sono, se non troveranno le risorse e quindi non faranno i necessari tagli, verranno cacciati. Cacciata che, su consiglio di qualche legale, è stata rimodulata nelle ore successive in un venir meno della parte premiale dello stipendio dei manager. Soprattutto l’Asl 5, come farà a mettere in campo milioni di risparmi visto che dovrà affrontare anche la realizzazione del nuovo ospedale e che dal 2026 dovrà pagare 10 milioni di euro all’anno per 25 anni?"
Matteo Marcello