REDAZIONE LA SPEZIA

San Martino, assunzioni e polemiche

In arrivo 580 infermieri e 75 medici. Ma il ‘Manifesto per la sanità accusa’: "Troppa improvvisazione"

Come annunciato dal presidente della Liguria Giovanni Toti, all’ospedale San Martino di Genova saranno presto assunti 580 infermieri e 75 medici da redistribuire in base alla necessità su tutto il territorio ligure. "Bene, ma come?" solo una delle perplessità tra sindacati e associazioni che si occupano di tutelare la sanità pubblica nel territorio spezzino. "Vorrei capire di che tipologia di assunzioni si tratta – sottolinea Pier Aldo Canessa, ex primario di Pneumologia del San Bartolomeo e membro del Manifesto per la sanità locale – questa pare una mossa improvvisata, ma non inserita all’interno di un progetto reale e programmatico di politica sanitaria. Credo che 580 infermieri, se non internalizzati, siano anche difficili da trovare da un giorno all’altro. La mia idea è che queste assunzioni siano propedeutiche a fronteggiare l’emergenza Covid, ma che non ci sia alcuna volontà di sviluppo". L’ex primario non è il solo a sollevare criticità sulla modalità di assunzione di una quota così ingente di personale medico, soprattutto se questo non verrà sufficientemente tutelato. "Apprendiamo i numeri delle assunzioni dalla stampa – aggiunge Valter Chiappini, infermiere, responsabile di Usb La Spezia e cofondatore del Manifesto per la Sanità Locale – Sul lavoro la situazione non è cambiata, non si sa nulla e si vive alla giornata. Sulle oltre 800 assunzioni che dovevano essere già state fatte non abbiamo alcun riscontro. E ora parlano di altre 580 assunzioni gestite, peraltro, dal San Martino su cui nulla si sa se non che saranno ancora a termine o con contratti atipici. Cosa sappiamo? Di essere in sottorganico, non è un caso se dalla Regione avevano suggerito di bloccare ferie e permessi al personale sanitario. Con la seconda ondata, che ha numeri inferiori alla prima, siamo comunque troppo pochi, con interi reparti chiusi e ferie estive finite.

E infatti il personale sottratto alle sale operatorie non risulta mai rientrato, come non è rientrato neppure quello dei due reparti ancora chiusi al San Bartolomeo coi letti vuoti e quello di altri servizi". Anche Confsal Fials chiede chiarezza e spera che la nostra provincia venga presa in considerazione da Genova. "Speriamo – dicono dichiarato Luciana Tartarelli e Alessandro Podestà – che vengano rinforzati anche i ranghi spezzini perché il personale, provato dai mesi di lavoro in emergenza, ha bisogno di respiro e non di vedersi le ferie bloccate. Ma c’è anche un’altra necessità: garantire un servizio sanitario più puntuale e di qualità anche ai cittadini della nostra provincia". E torna d’attualità l’irrisolto tema della internalizzazione delle Oss.

Elena Sacchelli