REDAZIONE LA SPEZIA

Saldi, avvio-flop alla Spezia, "Pochi clienti nei nostri negozi"

Dito puntato sulle limitazioni agli spostamenti. "Chi lavora da casa non compra certo la cravatta..."

Un negozio

La Spezia, 30 gennaio 2021 - La corsa ai saldi quest’anno sembra più una camminata azzoppata. Il primo giorno dei ribassi in Liguria non parte con lo sprint: le strade non brulicano di persone e, nonostante cartelli e porte aperte, sono in pochi a varcare la soglia dei negozi. A incidere sulla poca affluenza tanti fattori, a comincuare dalla pandemia e le conseguenti restrizioni. primi. Non potendo raggiungere il capoluogo dai comuni circostanti (per il divieto legato alla zona arancione, in vigore ancora fino a tutto domani), in molti sono rimasti a casa, rimandando lo shopping.

Viola Miglioli, del negozio Mini Shoe, sottolinea quanto le limitazioni agli spostamenti incidano sulle vendite: "In zona arancione si lavora poco, essendo le calzature per bambini considerate un bene necessario siamo rimasti aperti quasi sempre, tuttavia la gente ha ancora paura ed esce poco. I saldi sono stati posticipati, ma forse a questo punto sarebbe stato meglio aspettare un momento di vera ripresa". Dello stesso parere anche Paola Barabini , che nel suo negozio di abbigliamento spiega: "La vendita promozionale era già iniziata e la differenza rispetto alla zona gialla si nota subito: quando i bar sono aperti e le persone girano si vende di più. Tra l’altro – continua Paola Barabini – con le cene importanti e le feste bloccate, le persone comprano meno capi di abbigliamento".

La mancanza di cerimonie e occasioni in cui sfoggiare capi eleganti pesa moltissimo anche sui negozi che si occupano di vestiario ricercato. Annalisa Grassi , della camiceria Vitali, racconta: "Per ora non abbiamo constatato una grande attesa per i saldi, lavorando da casa e non avendo appuntamenti di lavoro, molti uomini rinunciano ad acquistare nuove camicie e cravatte, la tendenza 2020-2021 è sicuramente la riunione con i colleghi in tuta da ginnastica".

In effetti , guardando tra un’insegna dei saldi e qualche percentuale di ribasso ben visibile, dalle vetrine fanno capolino soprattutto maglioni oversize o pantaloni morbidi, trend che evidentemente tengono conto delle nuove esigenze dei clienti. Non va meglio ai negozi di articoli sportivi, che a causa dello stop a molte attività, hanno visto calare a picco la vendita di abbigliamento e accessori.

A fare il punto della situazione è Mauro Bernardini , del negozio Sport 2.0: "In inverno solitamente vendevo soprattutto tute da sci e attrezzatura, gli impianti chiusi e l’impossibilità di viaggiare hanno azzerato lo shopping per la settimana bianca. Certamente in molti hanno deciso di dedicarsi alla camminata sui sentieri o alla corsa, ma le spese per questo tipo di abbigliamento sono nettamente inferiori".

Bernardini mette l’accento su un altro aspetto: "Trascorrendo molto tempo in casa, tanti hanno scelto di comprare attrezzi da palestra, tuttavia si tratta quasi sempre di saldato di importazione, progettato in Italia, ma assemblato in Cina o altri Paesi asiatici. Al momento capita che la merce resti ferma nei porti orientali, oppure che vengano alzati i prezzi in corso d’opera, mettendo ancora più in difficoltà i commercianti che hanno pagato in anticipo la cifra stabilita e a cui viene chiesto un prezzo maggiorato". I negozianti quest’anno temono di non vedere la fila fuori dai negozi, l’augurio rimane quella di avere una ripartenza più avanti. Le speranze ci sono, ma anche la paura di un futuro incerto.

Ginevra Masciullo