
Francesco Ruggiero, nel 2018, voleva lasciare la base dell’Aeronautica di Cadimare dove prestava servizio come sottufficiale. Voleva andare a lavorare in un’altra sede. Alla base del suo desiderio c’era il timore che Vincenzo D’Aprile, marito dell’amante, potesse fargli del male.
"Si sentiva minacciato e aveva presentato una domanda di trasferimento" ha riferito ieri una collega dell’Ufficio sicurezza del Comando di Pisa che accolse la confidenza in virtù della conoscenza pregressa del sottufficiale che, prima di lavorare a Cadimare, era stato in servizio a Pisa. La testimonianza, sollecitata dall’avvocato difensore Maria Concetta Gugliotta, è stata resa nel processo nel quale quale Ruggiero è imputato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione per la morte del rivale, ucciso a colpi di pistola in piazzale Ferro l’11 marzo del 2019 alla vigilia dell’udienza di divorzio che si sarebbe risolta in un nulla di fatto per effetto dell’avvio della ricucitura dei rapporti di coppia . La domanda fu presentata in busta chiusa al comando di Cadimare. Ma proprio le modalità dell’istanza impedirono l’inoltro a destinazione: questioni di procedura, per le quale le domande trasmesse in via gerarchica prevedono la possibilità di consultazione del diretto superiore, impossibile con busta chiusa. La circostanza è stata puntualizzata in udienza dall’alto ufficiale che avrebbe dovuto essere deciderere sulla domanda e che, invece, venne a conoscenza della stessa solo per effetto dell’istanza di accesso agli atti presentata dal suo collegio difensivo. La domanda di trasferimento in busta chiusa, è emerso dal processo, è ricevibile solo dal Ministro della Difesa.
Corrado Ricci