
di Gianluca Tinfena
Quando si parla del derby ligure tra Spezia e Genoa la mente torna inevitabilmente a quell’aprile 2006, a quel pomeriggio reso indimenticabile dalla doppietta di Guidetti che fece aprire le ali alle aquile verso il primo storico volo in serie B. Sono trascorsi 15 anni da quel giorno, ma chi ha avuto la fortuna di assistere a quel match sa in cuor suo che quei 90 minuti hanno saputo racchiudere tutte le emozioni che solo un derby sa trasmettere. Ed è proprio quella sfida che ha acceso ancor di più la rivalità storica tra i due club per tutto quello che aveva preceduto quella partita.
Ora Spezia e Genoa si affronteranno a Marassi per giocarsi la salvezza in serie A e noi questa settimana abbiamo fatto colazione con uno dei protagonisti in campo della sfida infuocata del 2006, Ivano Rotoli.
Quali sono i momenti che hai ancora in testa di quella sfida memorabile?
"È sicuramente una delle partite più belle e importanti che ho giocato in carriera. Siamo scesi in campo con una motivazione e una grinta pazzeschi. Era stata una settimana difficile con il dubbio di poterla giocare al Picco e la mobilitazione dei tifosi fu quella che fece la differenza. Prima di entrare in campo nel tunnel degli spogliatoi i giocatori del Genoa ci guardavano dall’alto in basso in tono di sfida. Ho ancora impresso un ricordo che alcuni tifosi rammenteranno: lo sguardo fisso al termine del riscaldamento pre-partita del genoano Lamacchi con un sorriso stampato in volto rivolto verso la Curva Ferrovia. Un sorriso che a fine partita non c’era più. Gli avevamo dato una bella lezione sotto tutti i puniti di vista. È passato tanto tempo e stiamo parlando di categorie diverse, ma una similitudine c’è. Ancora una volta Spezia e Genoa si incontrano in un derby dove in palio c’e’ un pezzo di storia per il club aquilotto. Il Genoa da quando c’e’ Ballardini in casa è ancora imbattuto, ma lo Spezia di mister Italiano ci ha abituato alle imprese".
Nel 2006 sei arrivato allo Spezia in punta di piedi e ti sei guadagnato il posto da titolare. Un po’ come Provedel quest’anno che ha superato nelle gerarchie l’olandese Zoet. Che impressione ti ha fatto?
"Provedel ha dimostrato con le sue prestazioni di essere un portiere da serie A. Ha avuto la sua chanche e la sta sfruttando alla grande. È un portiere moderno che gioca benissimo anche con i piedi e grazie alle sue parate ha portato allo Spezia molti punti. Zoet quando ha giocato non ha demeritato, ma Provedel è il numero uno ideale per la squadra di Italiano che ama fare gioco e impostare fin dalla propria area di rigore.
A proposito di portieri bravi a giocare con i piedi, raccontaci della tua nuova passione...
"Da qualche mese abbiamo costituito la prima associazione sportiva di Spezia che gioca a FootGolf. È una disciplina presente in Italia già da qualche anno e che sta prendendo campo ora anche nella nostra zona. Il campo è quello da golf e si gioca ovviamente con i piedi. E’ attiva anche un’organizzazione sia italiana che europea con tanto di campionato. L’idea è nata insieme ad alcuni ragazzi che hanno giocato per anni nel calcio dilettantistico Giulio Ponte, Federico Figoli e Alessio Moreni. Ha giocato insieme a noi l’ex portiere dello Spezia Saloni e ci è capitato di incontrare nelle nostre squadre avversarie ex calciatori professionisti come l’ex Torino e Parma Fuser, gli ex del Chievo Pellissier e Marcolini e anche Paolo Di Canio".
Dieci anni fa, appesi i guantoni al chiodo, sei stato per un periodo protagonista in tv al programma Uomini e Donne. Sei rimasto nell’ambiente?
"È stata una parentesi nella quale ho conosciuto un ambiente nuovo e mi sono divertito molto. Ora a 49 anni mi dedico alla famiglia. Scherzando ti dico che ho messo definitivamente la testa apposto. Ho trovato da qualche anno la serenità che mi mancava, insieme a Federica. Abbiamo due bimbe piccole, Mia Rachele e Adele, che mi riempiono le giornate di gioia".