
E’ rientrato in Italia sano e salvo Renato Ronzoni, lo spezzino di 66 anni che si trovava in Ucraina nella zona di Zaporizhzhia, tra le più colpite dalla guerra. Era partito prima che il conflitto iniziasse con la moglie-badante settantenne ed è rientrato mercoledì alla Spezia. Senza conseguenze, per fortuna.
La motivazione del viaggio che è stata comunicata all’avvocato Federica Giorgi, dal 2020 amministratore di sostegno dell’uomo, nominato dal tribunale della Spezia, è quantomeno singolare. Sarebbe andato in Ucraina per rifarsi... i denti. Al di là dell’opportunità, soprattutto lo ha fatto senza avvisare nessuno, neppure il fratello e la sorella che abitano alla Spezia, tanto che l’avvocato Giorgi ha denunciato ai carabinieri della procura la moglie-badante per sottrazione di persona.
La vicenda del 66enne conosciuto nel quartiere di Fossitermi dove ha abitato a lungo in scalinata Toscanini, è nota. Nel gennaio 2021 Renato Ronzoni viene portato in Ucraina una prima volta, all’insaputa di tutti, dalla badante della zia deceduta che nel frattempo è diventata sua ’fidanzata’. La donna lo ha sposato nel suo paese di origine, il giorno dopo che il giudice tutelare del tribunale della Spezia Maurizio Drigani aveva vietato a Ronzoni di contrarre matrimonio. Quindi se per lo stato ucraino la ex badante della zia risulta sua moglie, per lo stato italiano no. A portare Renato Ronzoni a Zaporizhzhia, prima che scoppiasse la guerra, è stata proprio la donna ucraina settantenne. E dell’uomo non si avevano più notizie da giorni, tanto che il fratello e la sorella si erano preoccupati.
Ieri l’avvocato Giorgi ha avuto un incontro con entrambi, perché nel frattempo, lunedì, aveva provveduto a far cambiare la serratura dell’appartamento di via Venezia che appartiene a Ronzoni e ai suoi fratelli. Dove pare avessero trovato alloggio degli ucraini senza averne alcun titolo. L’avvocato aveva lasciato sulla porta un cartello che indicava di rivolgersi a lei per avere le chiavi. E ieri, appunto, la moglie-badante ucraina l’ha contattata proprio per questo.
Massimo Benedetti