
Rifiuti, guerra in tribunale. Il Comune batte Iren: "La revoca fu legittima"
Non solo non c’è stato alcun vizio di legge sulla revoca del servizio di gestione del ciclo dei rifiuti adottata nel 2018 dal Comune di Lerici nei confronti di Iren, ma l’accordo di investimento firmato dalle parti nell’ambito del processo di incorporazione di Acam da parte del colosso emiliano, è da ritenersi nullo. È una sentenza dal peso specifico non trascurabile, quella emessa dai giudici del tribunale di Genova chiamati a pronunciarsi sull’affondo giudiziario mosso da Iren e Acam Ambiente contro il Comune di Lerici. Le due società chiedevano la condanna dell’amministrazione comunale all’adempimento degli obblighi contrattuali sottoscritti cinque anni fa nell’accordo di investimento, che prevedevano il proseguimento in house del servizio di gestione dei rifiuti da parte di Iren attraverso la controllata Acam Ambiente. Il pronunciamento, depositato poche settimane fa, è un ulteriore tassello della guerra che vede contrapposte da ormai un lustro il Comune, Iren e la Provincia, e che lo scorso anno ha vissuto anche l’importante parere della Corte di Giustizia europea nell’ambito di un altro procedimento, quello dinanzi il Consiglio di Stato. Proprio la strada tracciata dalla Corte europea – che in sostanza ha affermato che la normativa italiana, laddove consente il subentro automatico nel servizio pubblico di un nuovo operatore per effetto dell’incorporazione dell’originario affidatario in house, contravviene ai principi comunitari qualora il controllo da parte dell’amministrazione sul nuovo soggetto non sia analogo a quello che la pa eserciterebbe sui propri servizi esercitati direttamente – è stata seguita alla lettera dai giudici genovesi per respingere l’affondo giudiziario di Iren e Acam Ambiente, che avevano chiesto non solo la condanna dell’ente comunale a uniformarsi all’accordo di investimento, ma anche il risarcimento dei danni. Come si ricorderà, nell’ambito del procedimento per l’acquisizione delle società di Acam da parte di Iren, il Comune di Lerici fu tra gli enti che decisero di vendere immediatamente la propria partecipazione in Acam (per 3,24 milioni di euro; ndr), uscendo definitivamente dal capitale della multiutility.
Una scelta cui seguì, pochi mesi dopo, la revoca della gestione del servizio di gestione dei rifiuti. Da qui la lunga battaglia legale – ancora in corso – che a Genova ha visto i giudici pronunciarsi a favore del Comune. "La vendita della partecipazione in Acam – si legge nella sentenza – ha fatto venire meno ogni possibilità del Comune di esercitare alcun controllo sul nuovo soggetto aggiudicatario. L’identificazione del nuovo soggetto incorporante (Iren; ndr) viene privata dei presupposti legali legittimanti, in quanto non risulta più sottoposto a controllo analogo da parte del Comune e quindi non può risultare assegnatario del servizio in house". I giudici però sono andati anche oltre, dichiarando la nullità dell’Accordo di investimento limitatamente ai rapporti tra Iren e Comune di Lerici: "L’operazione contrattuale costituita dall’incorporazione da parte di Iren e dall’impegno del Comune a non revocare l’affidamento del servizio fino al 2028 anche nel caso in cui fosse venuto meno il controllo analogo, costituisce un risultato economico giuridico evidentemente e palesemente contrario ai principi comunitari in tema di affidamento in house di pubblici servizi". Una sentenza che di fatto recide ogni legame tra il Comune e la multiutility, aprendo agli scenari auspicati da tempo dall’amministrazione comunale: ovvero, l’indizione di una nuova gara per l’affidamento del servizio di gestione dei rifiuti sul territorio comunale.
Matteo Marcello