Le indagini della Guardia di Finanza di Spezia avevano accertato un elemento poco chiaro nella procedura di assegnazione del reddito di cittadinanza. La donna infatti per tre anni aveva ricevuto un sussidio da parte dello Stato in base alla sua situazione patrimoniale particolarmente critica inserendo nel nucleo famigliare anche il marito che in quel tempo si trovava agli arresti domiciliari. L’ammontare del contributo, intorno ai 6 mila euro, era legato al numero degli elementi realmente domiciliati ma sul caso si è aperta la controversia. L’uomo era da considerarsi detenuto in carcere, quindi di fatto a spese dello Stato oppure ai domiciliari quindi realmente mantenuto dalla moglie? La donna si è affidata alla difesa dell’avvocato Davide Ambrosini del foro della Spezia. Nell’udienza di ieri in Tribunale il giudice Tiziana Lottini, pm Elisa Loris, ha chiesto di acquisire ulteriori informazioni attraverso il casellario giudiziario rinviando la decisione al prossimo 3 giugno.
CronacaReddito di cittadinanza per il marito ai domiciliari