
"Vada pure in ferie chi non si diverte a lavorare....". Era il tempo dell’Austerity, tra il 1973 e 1974, i traffici portuali si erano contratti e Angelo Ravano parlando con gli operatori della neonata Lsct, da lui fondata due anni prima, così si espresse per trovare la quadra per evitare l’affanno finanziario e al tempo stesso garantire lo stipendio ai dipendenti del terminal, allora imperniato sul molo Garibaldi. L’amarcord è di Giorgio Bucchioni cresciuto sotto il faro del luminare-stratega che anticipò lo sviluppo della portualità.
"Aveva estrema considerazione per i dipendenti. Quanto parlava di loro li definiva collaboratoti. Per lui l’azienda era davvero una squadra, una famiglia" rievoca l’allora titolare dell’Agenzia Lardon successivamente divenuto primo presidente dell’Autorità Portuale e poi di nuovo sulla plancia dell’agenzia marittima di famiglia oltreché presidente del Propeller Club. Con l’inizio delle celebrazioni del 50° anniversario della posa della prima pietra del porto-container, l’omaggio al pioniere è un passaggio obbligato. "Un’azienda è fatta di persone e il suo successo è il frutto di queste persone" la frase di Angelo Ravano campeggia nell’home page del portale del gruppo. All’epoca si traduceva nel rapporto a tu per tu per capo con i "collaboratori". "Quando veniva alla Spezia trascorreva molto tempo sulla banchine a parlare con gli operatori; si metteva al loro fianco alla guida delle gru o dei muletti, voleva capire, toccare con mano, incoraggiare quello che ritenere il patrimonio più prezioso dell’azienda: il fattore umano". Fu anche così che il porto della Spezia fece da battistrada alla riforma della portualità, superando il laccio dell’esclusività del lavoro di carico e scarico delle merci dalle navi in capo ai camalli. "Furono le rigidità, sul punto, dei porti dei Genova e Livorno ad indurre il pioniere a puntare sulla Spezia" rievoca Bucchioni.
"Trovò qui interlocutori aperti; sviluppò i progetti con persone a sua volta illuminate, efficienti: Luigi Faggioni e Silvano Raso nella cabina di regia del terminal, Eugenio Calcagnini nella tessitura della logistica". L’inizio di una grande storia, fatta di successi, di alti e bassi nei rapporti con la città. Al giro di boa dei 50 anni di presenza-interazione, prevale l’immagine del bicchiere mezzo pieno.
C.R.