
I due uomini col casco, in sella alla moto, dopo la rapina
La Spezia, 22 settembre 2021 - Un colpo da professionisti, studiato nei minimi dettagli, che ha fruttato un campionario di oro e gioielli per 130mila euro. E i tre rapinatori l’avrebbero anche fatta franca, se non ci fosse stata l’intuizione dell’ispettore della polizia stradale Luciano Malatasta, che ha svolto le indagini con meticolosità assieme ai colleghi della sottosezione di Brugnato. I fatti risalgono allo scorso 11 marzo, quando all’autogrill sulla A12, in direzione nord, poco prima del casello della Spezia, un uomo che indossava un casco nero integrale aveva sfondato con un pugno il finestrino di una Bmw di grossa cilindrata per impossessarsi del beauty case che conteneva il campionario dei preziosi. Nell’auto c’era una donna settantenne genovese, rimasta ferita al volto dai vetri infranti che l’avevano colpita. Il marito era andato in bagno e i malviventi ne avevano approfittato per colpire. L’uomo era salito in sella ad una moto Yamaha di grossa cilindrata condotta da un complice, che aveva la targa alzata in modo che non si potesse leggere. Quella moto era transitata pochi minuti dopo al casello della Spezia ed era stata poi trovata abbandonata in città. Dalla targa, era risultata intestata a una persona che non sapeva neppure di averla. Un vero e proprio rebus, che la polizia stradale di Brugnato è riuscita a risolvere alla grande.
In seguito alle indagini, coordinate dal procuratore capo della Spezia Antonio Patrono, e alle prove raccolte, è stata eseguita nei giorni scorsi la misura della custodia cautelare in carcere per i due uomini sulla moto e per il loro complice: si tratta di Giuseppe Bonaparte di 44 anni, Giovanni Solla di 43 e Marco Fusaro di 44, tutti di Napoli. Il blitz è scattato all’alba, due di loro non hanno opposto resistenza, il terzo ha tentato la fuga andandosi a nascondere nell’appartamento attiguo, al momento disabitato, passando dal cornicione. Associati al carcere di Poggio Reale, ieri pomeriggio sono stati sottoposti all’interrogatorio di garanzia, a distanza, dal gip Fabrizio Garofalo.
La prima svolta delle indagini si è avuta con la scoperta del terso uomo: analizzando le immagini del casello della Spezia, la polizia stradale si è accorta che poco dopo la moto, è passata dalla barriera anche una Opel Crossland sospetta. Si trattava di un’auto presa a noleggio a Napoli. I rapinatori avevano seguito la coppia di rappresentanti di preziosi sin da Livorno, dove avevano mostrato il campionario ad una gioielleria. E sia la moto, che la Opel, erano state riprese dalle telecamere nella città labronica. Ma una volta individuati gli autori, il ’guizzo’ dell’ispettore Malatesta per metterli con le spalle al muro è stato di recuperare i tagliandi del pedaggio Salt utilizzati al casello della Spezia. Dove sono state trovare le impronte digitali dei due malviventi. E dalla ’scatola nera’ della Opel presa a noleggio, sono stati ricostruiti anche i movimenti. Dopo aver abbandonato la moto in città, i due erano saliti sulla Opel condotta dal complice per tornare a Napoli.
La complessa attività di indagine ha consentito di individuare anche la ’base’; un agriturismo in Toscana da dove la banda sarebbe partita per mettere a segno diverse rapine, con lo stesso modus operandi, in diverse città del nord Italia. Un quarto componente della banda, residente nel salernitano, è stato denunciato a piede libero.