CHIARA TENCA
Cronaca

Raf canta verso l’Infinito "Cambiare, divertendosi"

Stasera al Brugnato Outlet Village uno degli artisti più amati dal pubblico "Sono legato a tanti brani, ’Cosa resterà degli anni 80’ racconta un decennio"

di Chiara Tenca

Finisce il conto alla rovescia per il terzo attesissimo appuntamento della rassegna “Summer Nights” del Brugnato 5 Terre Outlet Village: stasera alle 21 nella piazzetta del centro, si esibirà ad ingresso gratuito Raf, evergreen della musica italiana. L’artista di origine pugliese sarà protagonista di un evento in cui racconto e musica si alterneranno: eseguirà alcuni dei suoi successi più amati e si racconterà al microfono dello speaker di Radio Number One Filippo Marcianò, ripercorrendo le tappe di una carriera che dura da oltre 40 anni.

Lei è stato fin dagli esordi un artista amatissimo, passato fra le decadi con un mix di capacità di rinnovarsi e di riflettere lo spirito del tempo. Quanto pensa possa aver contato nel legarla al pubblico?

"Aver avuto la fortuna e l’intuizione di produrre qualcosa che, a distanza di decenni, è sempre innovativo e attuale mi ha portato ad avere un rapporto veramente lungo con chi segue la mia musica. E io sento forte questo affetto. Ho sempre cercato di divertirmi ma al tempo stesso di fare un lavoro di impegno, ricerca e ascolto di quello che musicalmente accadeva. Dagli anni ‘80 ad oggi sono cambiato tante volte, ho fatto dischi diversi pur restando nell’ambito del pop, assumendo anche dei rischi perchè non si può piacere sempre. Infatti alcune cose non hanno avuto il gradimento che immaginavo".

Molte delle sue canzoni, si sono trasformate in veri e propri inni: a quali è più affezionato?

"Chi fa seriamente musica, finisce per essere affezionato a tutte le canzoni, sono un po’ come figli. E sono tante quelle cui sono affezionato. Con ‘Infinito’ io chiudo tutti i concerti perchè il pubblico risponde sempre, tutti la cantano: e poi è come dire sempre un ’arrivederci’ e non un addio, il contatto col tuo pubblico è qualcosa che vorresti non finisse mai, una sorta di augurio. Ci sono poi altre canzoni simbolo come ‘Cosa resterà degli anni 80’: parla di un decennio che molti ora ricordano con nostalgia. Ma ce ne sono tante altre, anche alcune di minor successo".

Torna dopo ben sette anni con un nuovo singolo: qual è stato il suo percorso artistico in questo periodo e perché questo silenzio così lungo a livello discografico?

"A questi 7 anni bisogna toglierne un paio di pandemia, nel quale era sconsigliato uscire con un nuovo progetto discografico. Così ho continuato a scrivere un album che uscirà a breve (probabilmente in inverno). Non ho poi avuto un buon rapporto con l’ultima casa discografica, per la prima volta mi sono sentito dire ‘devi fare le canzoni che diciamo noi’ e io non ho accettato questa imposizione, perchè ho sempre prodotto e scritto i miei album. Quindi c’è stata una rottura con una casa discografica, che ha portato alla mancata uscita di un album a due anni a distanza dell’ultimo inedito, poi è arrivata la pandemia e quindi si sono sommati gli anni di stop fino a diventare addirittura sette. Però ho lavorato, ho fatto un tour bellissimo, credo forse il più bello della mia vita insieme al mio amico di sempre Umberto Tozzi, nei palazzetti e poi nei teatri. E ho fatto anche altre cose, per esempio un ‘featuring’ con Danti, una canzone dal titolo ‘Liberi’ in c’era anche Rovazzi, che ha avuto un grande successo nell’estate di due anni fa".