Caso Bedini, la cugina della vittima: "Marcisca in carcere. Doveva essere arrestato prima"

La cugina della vittima parte civile nel processo per sostenere il pm e onorare la memoria di ’Sissi’. "Il risarcimento sarà devoluto per iniziative a tutela delle persone Lgbt e contro la violenza di genere"

Il punto in cui è stata ritrovata l’auto di Carlo Bertolotti

Il punto in cui è stata ritrovata l’auto di Carlo Bertolotti

La Spezia, 12 maggio 2023 - A sostenere l’offensiva processuale dei pm Monica Burani e Rossella Soffio contro Davide Bedini c’è l’avvocato Mauro Boni, legale di parte civile. A dargli mandato per la costituzione in giudizio sono state la zia e le cugine di Carlo Bertolotti con le quali lo stesso, orfano dei genitori, è cresciuto, coabitando in un palazzo a Bolano. Per loro era ’Sissi’. "Era il nome col quale ci relazionavamo all’interno di una dinamica rispettosa della sua persona: uomo per l’anagrafe ma donna dentro" ricorda la cugina Sabrina Lucchetti, 47 anni, consulente assicurativa.

Quale fine persegue?

"Vogliamo sostenere l’impegno della Procura, confidando nell’ergastolo. Quell’uomo spietato deve marcire in carcere, nella consapevolezza dell’estrema gravità di quello che ha compiuto: uccidere due persone inermi con ferocia inaudita".

Nessun risentimento per la mancata esecuzione alla sentenza di condanna per rapina inflitta a Bedini?

"Sì. Vogliamo conoscere cosa non ha funzionato nella macchina della giustizia, cosa c’è alla base della mancata esecuzione della sentenza risalente al dicembre 2021".

Mirate anche al risarcimento?

"Miriamo ad avere giustizia e a custodire la memoria di Sissi, della sua sensibilità, delle sue convinzioni. Per questo tutto l’ammontare del risarcimento sarà devoluto in suo ricordo per l’attuazione di iniziative a tutela delle persone Lgbt, contro la violenza di genere".