Preso con la droga, perde il reddito di cittadinanza

Quarantenne fermato sul treno dalla polizia ferroviaria nei controlli anti-covid Arrestato, nel processo per direttissima il giudice gli ha revocato il beneficio

La polizia ferroviaria sta effettuando controlli anti-covid alla stazione e sui treni

La polizia ferroviaria sta effettuando controlli anti-covid alla stazione e sui treni

La Spezia, 22 novembre 2020 - La polizia ferroviaria lo ha fermato sul treno durante un normale controllo sugli spostamenti nella zona rossa. Gli agenti hanno scoperto che aveva nascosto dentro le scarpe un ovulo con dieci grammi di eroina, quindi lo hanno arrestato. Ha trascorso la notte nella cella di sicurezza della questura spezzina e quando ieri mattina in tribunale il giudice che lo ha processato per direttissima ha saputo che usufruiva del reddito di cittadinanza, glielo ha immediatamente revocato.

Il protagonista è un tunisino di 43 anni, Ben Ammar Hafedh che risiede a Viareggio in via della Foce 25. L’altro pomeriggio si trovava sull’Intercity Roma-Torino, quando nel tratto tra Massa e La Spezia è stato attenzionato dagli agenti della polizia ferroviaria di Civitavecchia che erano impegnati nel servizio di controllo sul treno. Alla loro vista, il nordafricano residente a Viareggio ha cercato di allontanarsi e questo ha destato sospetti. I poliziotti lo hanno fermato e gli hanno chiesto i documenti. Lui ha giustificato lo spostamento dicendo che doveva andare all’ospedale per ritirare una cartella clinica, però con uno degli alias che aveva, risultava un ordine di cattura a suo carico. Il tunisino, quindi, è stato fatto scendere alla stazione centrale della Spezia e portato negli uffici della polfer per gli accertamenti. Nel frattempo, gli agenti si sono accorti che dentro la scarpa nascondeva un ovulo contenente dieci grammi di eroina. E’ stato arrestato per quello, perché da un controllo effettuato attraverso il gabinetto di polizia scientifica di Genova, è emerso invece che non era lui il destinatario dell’ordine di cattura, bensì un altro tunisino che aveva usato lo stesso alias, ma residente a Torino. Gli agenti della polfer hanno subito informato il pubblico ministero di turno Elisa Loris e per Ben Ammar Hafedh si sono spalancate le porte della camera di sicurezza della questura, dove ha trascorso la notte, accusato di detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio.

Ieri mattina è comparso in tribunale nel processo per direttissima davanti al giudice Elisa Scorza, difeso dall’avvocato Alberto Ferdeghini che ha sostituito in aula la collega Raffaella Cucchi designata d’ufficio. Il pubblico ministero Alessandro Casseri ha chiesto gli arresti domiciliari, il giudice ha optato invece per l’obbligo di dimora nel Comune di Viareggio, peraltro già zona rossa, ma se dovesse muoversi per delle necessità impellenti, dovrà comunque avere il permesso. Il giudice gli ha anche revocato il reddito di cittadinanza che percepiva, anche in considerazione dei numerosi precedenti e di una condanna che risaliva a sei mesi fa. Il processo è stato aggiornato al 15 dicembre prossimo, dopo la richiesta dei termini a difesa da parte dell’avvocato Ferdeghini.  

Massimo Benedetti