Premio Exodus a Modiano: "Testimone dell’Olocausto"

E’ uno degli ultimi sopravvissuti del campo di concentramento di Birkenau "Ho visto cose indicibili. Ai ragazzi dico: state dalla parte giusta del mondo".

"Finché Dio mi darà la forza non smetterò di parlare. E, quando arriverà il momento, me ne andrò in pace perché ho dato il mio contributo per non dimenticare". Appena comincia il suo racconto (dopo l’intervento del sindaco della Spezia Pierluigi Peracchini e l’assegnazione della menzione cittadina del premio Exodus 2024 a don Gianni Botto, per il suo impegno nel promuovere il dialogo tra ebrei e cristiani) in tanti nella mediateca Fregoso si commuovono. "Non sono come voi – dice Sami Modiano, Premio Exodus 2024 – e non lo potrò mai essere. I miei occhi hanno visto orrori indicibili. È impossibile dimenticare o cancellare. Io sono ancora là, ad Auschwitz-Birkenau". Nato a Rodi nel 1930 Modiano è uno degli ultimi testimoni diretti dell’Olocausto. Era un bambino quando nel 1938, per effetto delle leggi razziali, ha vissuto l’espulsione dei bambini ebrei dalle scuole elementari. Dopo l’8 settembre 1943 l’isola viene occupata dai nazisti e nel luglio 1944 iniziò la deportazione ad Auschwitz. Sami, il padre e la sorella finiscono a Birkenau. Il papà Giacobbe e Lucia, di appena 3 anni più grande, muoiono nei primi mesi di prigionia, mentre Sami riesce miracolosamente a sopravvivere.

"Pesavo 25 kg, ero uno scheletro. Faticosamente, perché ero rimasto solo al mondo, mi riattaccato alla vita ma per lunghissimo tempo non ho voluto parlare di quell’esperienza terribile". Le domande degli studenti, una rappresentativa degli allievi delle terze medie, sono molte e Sami Modiano risponde a tutte, scusandosi quando l’emozione prende il sopravvento. Ad una giovane studentessa che gli chiede di spiegare il motivo di quel lungo silenzio risponde che prima, quando aveva provato a spiegare quanto aveva subito, non era stato creduto. "Una reazione normale di fronte al racconto di vicende impensabili ma che mi aveva procurato un dolore immenso". Soltanto nel 2005 Modiano era riuscito a tornare per la prima volta ad Auschwitz. "Non mi ero dimenticato una virgola. Lì ho rivisto nitidamente mio padre e mia sorella. A loro ho giurato che avrei fatto di tutto per ricordarli". Da allora la sua missione è sempre stata quella di testimoniare, uno sforzo continuo che dura ancora oggi alle soglie dei 94 anni. Dei quasi 2000 ebrei che erano arrivati nel campo di sterminio da Rodi solo 31 scamparono alla morte. "Perchè proprio io? Perchè sono sopravvissuto? A lungo questa domanda mi ha tormentato. Quella ferita non sarà mai rimarginata, ma oggi ho capito perchè vale la pena vivere. Per raccontarvi ciò che è accaduto. Ragazzi fatemi una promessa: cercate di stare sempre dalla parte giusta del mondo". Vimal Carlo Gabbiani