
Gli architetti esclusi dal bando, Riccardo Bazzali e Carlo Alberto Cozzani
LA Spezia, 29 ottobre 2019 - Non più uno ma ben due progetti ‘alternativi’ per l’atteso (quanto discusso) rifacimento di piazza del Mercato. Dopo aver chiesto all’amministrazione di considerare il progetto elaborato da Diego Perfigli e altri architetti, tra cui Roberto Bazzali, Confcommercio torna a parlare del futuro di quella che, nella speranza di tutti, dovrebbe continuare a essere il salottino del centro storico, proponendo al Comune un’altra soluzione in sostituzione del progetto vincitore del bando.
A parlare nel dettaglio degli elaborati che hanno partecipato al bando sono stati gli architetti Roberto Bazzali e Carlo Alberto Cozzani. I progetti, diversi tra loro, hanno in comune la volontà di soddisfare un’esigenza cittadina. Ovvero quella di creare nuovi parcheggi. Se nell’elaborato di Bazzali gli stalli previsti ammontano a 170, in quello dell’architetto e docente universitario Cozzani se ne contano 110. Per quanto riguarda i costi, invece, entrambi i progetti sembrano rientrare nel budget di spesa previsto dal bando comunale. Un altro punto in comune tra i due studi riguarda poi i tempi di realizzazione. Dodici mesi al massimo per inaugurare la nuova piazza del Mercato, e il tutto «senza penalizzare gli operatori durante la fase dei cantieri».
Ma entriamo nel dettaglio. Quali sono le differenze tra i due progetti? Quello che porta la firma di Bazzali e Perfigli prevede il mercato al piano terra e un parcheggio al piano superiore a cui accedere attraverso una rampa unica, a doppio senso, da collocare su via Fratelli Rosselli. «Il nostro progetto cerca di mantenere la vela centrale per il contenimento dei costi, il resto della piazza andrebbe invece demolito – ha spiegato Bazzali –. I quattro settori del mercato verrebbero poi collegati con dei ponti mentre la parte superiore sarebbe destinata ai 170 posti auto regolamentati con sistemi computerizzati. Nel piano sopraelevato sono previste inoltre delle coperture che potrebbero schermare la vista di un traffico». Per permettere ai pedoni di accedere al piano superiore verrebbero realizzate quattro scale pedonali e due ascensori. La seconda soluzione caldeggiata da Confcommercio porta la firma di Carlo Alberto Cozzani, architetto e docente universitario. Il professionista ha spiegato di aver elaborato il progetto dopo due anni e mezzo di ricerche incentrate sull’evoluzione dei mercati d’Europa e d’Italia, studi che hanno portato all’elaborazione di due tesi di laurea e un dottorato.
«Non so – dice – se tutti abbiano tenuto conto dei quattro punti necessari a far funzionare un mercato. Il primo consiste nel dar vita a un posto in cui l’operatore possa sentirsi a proprio agio, e dunque nella condizione di entrare in competizione con la grande distribuzione. Il secondo obiettivo è quello di garantire tempi di realizzazione rapidi, seguendo o la strada del privato o del pubblico. Il terzo far emergere le potenzialità di un mercato del centro storico, situato dunque in un luogo urbano. Il quarto capire come è possibile far convivere macchine e mercato, luogo in cui si vendono frutta, pesci, verdure e tanti altri alimenti». Di fronte a queste esigenze Cozzani ha spiegato di essersi voluto mettere in gioco, proponendo un progetto ‘diverso’ rispetto a certi criteri richiesti all’interno del bando comunale. Nel loro elaborato Cozzani e i suoi collaboratori hanno dunque immaginato il mercato al piano terra, un parcheggio al primo piano e infine, al secondo e ultimo, una piazza cittadina in cui far sorgere una pista da jogging lunga 450 metri e verde urbano strutturato a bassi costi di manutenzione e presidiato.
«Ciò che manca oggi a piazza del mercato è la sinergia con il tessuto urbano che lo circonda – ha specificato Cozzani –. A impedire il ‘collegamento’ sono le auto che girano attorno al perimetro causando ingorghi nelle vie Roma e Fratelli Rosselli». Un aspetto su cui Cozzani punta molto l’attenzione è legato all’ultimo piano. Un’area che di fatto si trasformerebbe in luogo di ritrovo e garantirebbe un paesaggio completamente diverso dai palazzi circostanti. Dalle finestre non si vedrebbero più tetti, ma persone che si incontrano e tornano a vivere (e far vivere) il salotto del centro spezzino.