Per i soccorsi non previsti la nave rischia il fermo amministrativo

Al centro del dibattito il decreto Piantedosi che obbliga i soccorritori a non fare deviazioni

Potrebbe consumarsi nel porto spezzino il primo braccio di ferro tra il governo e le Ong. Al centro della contesa, il ‘decreto Piantedosi’ approvato a fine dicembre, che prevede non solo un codice di condotta delle ong, ma anche pesanti sanzioni, tra cui il fermo amministrativo, il sequestro e la confisca delle navi. Un codice che potrebbe non essere stato rispettato dalla Geo Barents: il nuovo decreto obbliga i soccorritori a comunicare immediatamente al governo la richiesta di salvataggio e a dirigersi senza deviazioni al porto assegnato. La nave di Medici senza frontiere, dopo aver ricevuto l’autorizzazione a recarsi alla Spezia, ieri ha risposto a due richieste di aiuto. "Mentre andavamo verso nord abbiamo ricevuto un’allerta da Alarm Phone. Geo Barents si è diretta verso il punto segnalato, ma nella navigazione abbiamo incontrato un’altra imbarcazione in difficoltà in acque internazionali – spiegano da Msf –. Le autorità italiane sono state avvertite, ma non abbiamo avuto al momento nessuna risposta". Una condotta che secondo Msf sarebbe "in conformità con il diritto internazionale marittimo", ma il Viminale ha annunciato verifiche: ogni valutazione sarà effettuata dopo l’attracco della nave: saranno Prefettura e Polizia ad accertare eventuali irregolarità. "La Spezia è pronta a fare il suo dovere – spiega la deputata di Fratelli d’Italia, Maria Grazia Frijia –, a sostenere sforzi umanitari e di unità nazionale, nonostante al momento non si riesca a quantificare il numero delle persone che dovremo accogliere e assistere. Circostanza che crea difficoltà e pone pesanti interrogativi sul modus operandi di queste organizzazioni private che si arrogano privilegi extraterritoriali e sovrastatali sul soccorso in mare. Il governo verificherà il rispetto della legge: se verranno riscontrate violazioni si agirà di conseguenza. L’Italia non deve più essere il paese delle zone d’ombra, il rispetto delle regole ora vale per tutti". Di diverso avviso Massimo Lombardi, consigliere di Rifondazione comunista, che in una nota scrive "è forte il rischio che, una volta giunta a destinazione, la nave sia fermata con un sequestro cautelativo, per non aver obbedito a quanto confusamente indicato nel decreto, di recarsi verso il porto senza alcuna sosta. Gli operatori dell’ong hanno solo obbedito alle leggi del mare e alle convenzioni internazionali con cui questo decreto non fa i conti"

Matteo Marcello