
Il gozzo a vela latina San Giorgio
Monterosso (la Spezia), 30 agosto 2017 - PICCOLE ma dal grande fascino, espressione di ingegno e di saperi antichi che erano capaci di generare dal legno autentici capolavori, non solo belli da vedere, ma funzionali ai bisogni di sopravvivenza delle comunità costiere. Così le 25 barche d’epoca - a vela, a remi e a motore - attese a Monterosso per la seconda edizione della rassegna Cinque Terre Vintage Boat organizzata dal Comune, dall’Associazione scafi d’epoca e classici, dalla Società di mutuo soccorso di Lerici e dal Circolo velico di Monterosso. Un museo galleggiante quello che prenderà forma nel prossimo wek end, a ridosso di punta Mesco, qui dove Montale parlava dei suoi abitanti come di «pescatori di piccolo cabotaggio». Saranno proprio i gozzi, le barche tradizionalmente usate allora, come oggi, dai pescatori, i protagonisti dell’evento nato con l’obiettivo di valorizzare la cultura marinara in un luogo di massima attrazione turistica ma troppo spesso più attento alle ‘palanche’ che alle tradizioni, prima fra tutte quelle legate alle piccole imbarcazioni di legno, croce e delizia dei loro armatori che solo per tenerle in vita meriterrebbero un premio. Quella che domenica 3 settembre si profilerà tra la punta del Corone e l’antica Torre Aurora sarà una piccola ‘flotta del ricordo’ fatta di gozzi variopinti di varie dimensioni, a remi, a motore e a vela latina, senza dimenticare il piccolo sandolino.i.
IL CINQUE Terre Vintage Boat 2017 costituirà ancora una volta l’occasione per valorizzare anche alcuni maestri d’ascia del Levante, come Armando Borzone, Canata, Di Capua, Carassale. Dal primo, entrati giovanissimi apprendisti, sono usciti due nomi gloriosi ancora operanti nella carpenteria marinara: Schiaffino e Topazio, entrambi presenti al raduno di Monterosso; invitati speciale anche Francesco Buttà di Riomaggiore, il costruttore navale Eugenio Moretti e anche l’ultimo maestro d’ascia brevettato, lo spezzino Cesare Cortale, insignito dell’ambito titolo, il marzo scorso, con una cerimonia al Cantiere della Memoria delle Grazie. Tra le imbarcazioni attese, il leudo Ziguela di 13 metri, costruito negli anni Novanta su disegni originali, appartenente alla Compagnia delle vele latine della Spezia, e il gozzo Monica, di 4 metri, sopravvissuto alla disastrosa alluvione del 2011. Domenica, mentre alcune derive (Flying Duchman e Dinghy d’antan) daranno vita a una veleggiata, da Fegina, co partenza dal CVM Gino e Bebe De Andreis, si muoverà la sfilata dei partecipanti, aperta da due gozzi di oltre 50 anni, La Pagliuzza e il Remescio, entrambi a quattro remi. A cornice degli eventi sul mare manifestazioni a terra, tra spettacoli, presentazione di libri e documentari (ne riparleremo).
Corrado Ricci