Panigaglia, associazioni in trincea: "Piano di emergenza inadeguato". Legambiente presenta osservazioni

A preoccupare non poco gli ambientalisti è soprattutto il potenziamento strategico del sito di Snam. " Non si possono sottacere i rischi che esistono. Ora attendiamo le risposte delle istituzioni"

Una nave metaniera all’ormeggio nello stabilimento Gnl Italia (foto d’archivio)

Una nave metaniera all’ormeggio nello stabilimento Gnl Italia (foto d’archivio)

La Spezia, 21 marzo 2024 – Inadeguato e teso pericolosamente a minimizzare i rischi. È fortemente negativo il giudizio che le associazioni ambientaliste danno del piano di emergenza esterna relativo al rigassificatore di Panigaglia. "Si tratta di un impianto pericoloso - spiega Stefano Sarti di Legambiente - per via della sua collocazione, così a ridosso dei centri abitati.

Non è nostra intenzione fare degli allarmismi, ma non si può nemmeno sottacere i rischi che esistono. Il piano di sicurezza, così come è, non tiene conto della costante presenza di una nave gasiera all’interno del golfo, del truck loading e delle grandi quantità di metano che da Panigaglia saranno trasportate via nave verso la Sardegna. Abbiamo presentato queste osservazioni nei tempi previsti come richiesto dalla Prefettura e ora attendiamo delle risposte". Insieme a Legambiente, anche l’associazione Poseidonia ha sottoscritto un documento di analogo contenuto. "In ambito statistico la teoria del cigno nero - dichiara la presidente Gabriella Reboa - indica la possibilità che avvenimenti rari e imprevisti si verifichino. L’esplosione dell’impianto di Panigaglia, la grande catastrofe è forse, fortunatamente, un evento poco probabile. Ma non è impossibile, e di questo è necessario tenere conto anche nel rispetto del principio di precauzione".

A preoccupare non poco le associazioni ambientaliste, che chiedono alla città di mobilitarsi, è soprattutto il potenziamento strategico del sito di Panigaglia e l’aumento delle attività ad esso collegato. "Sono stati autorizzati - affermano Sarti e Reboa - due progetti che comporteranno l’aggravio del pericolo nella baia e nella rada portuale: quello di Vessel Reloading e quello di Truck Loading.

Il primo consentirà l’approdo di piccole gasiere che trasporteranno il gnl in altri porti, mentre il secondo trasferirà il gnl su autocisterne che, caricate su un Ro-Ro, attraverseranno il golfo per dirigersi poi all’autostrada. Sono elementi che aumentano esponenzialmente il rischio che si verifichi un incidente rilevante sia all’interno della baia che in tutta l’area portuale, e anche se non è stato ritenuto necessario applicare la procedure di Via ordinaria, questo non significa che il piano di sicurezza non debba tenerne conto". Infine i pericoli connessi al terrorismo, ritenuti rilevante in un momento storico in cui lo scenario internazionale è spazzato da venti guerra. "L’impianto di Panigaglia è inevitabilmente un sito sensibile ma questo aspetto non è minimamente contemplato dal piano di sicurezza".

Le associazioni, che si sono entrambe avvalse della consulenza dell’ingegner Vittorio Gasparini e del giurista ambientale Marco Grondacci, non escludono un appello diretto al ministero dell’ambiente.

VCG