Grande partenza per la seconda edizione dell’Oyster Fest, il primo festival italiano completamente dedicato alle ostriche. In passeggiata Morin erano davvero in tanti ieri pomeriggio, spezzini e turisti, tutti attirati dalla possibilità di assaggiare questa autentica prelibatezza del mare. Dalla Sardegna al Veneto, dall’Emilia Romagna alla Puglia, tutti i produttori italiani sono rappresentati. "È incredibile quanto siano buone - dice entusiasta Manuela, arrivata da Monterosso e appassionata gourmet – ognuna è diversa dall’altra". C’è l’ostrica verde del nostro golfo, la bianca del Gargano, la rosa di Scardovari, quella nera di Goro: una tale varietà di colori, consistenze, forme e sapori nasce da differenti climi e tipologie di fitoplancton. In base a gusto e sapidità l’ostrica può essere utilizzata dall’antipasto a piatti anche molto elaborati, attraverso abbinamenti capaci di sorprendere il palato. "Un tempo era il simbolo di un lusso estremo – dice Davide, cappelli bianchi e completo sartoriale – qualcosa da riservare ad occasioni veramente speciali. Oggi è fortunatamente alla portata di tutti. È quella spezzina non ha nulla da invidiare alle altre". I "maestri" francesi, anche loro presenti alla Morin con i loro stand, sono avvisati.
VCG