
Nello storico ex centro ittico regionale di Chiusola ‘spunta’ l’amianto, e la Regione – proprietaria dell’immobile – è costretta a pagare una multa per essersi dimenticata di comunicare ad Asl5 la presenza del pericoloso materiale, e per non aver mai censito l’immobile tra quelli in cui è presente l’eternit. La vicenda è emersa in questi giorni, per effetto del decreto con cui gli uffici dell’amministrazione regionale hanno disposto il pagamento di 602 euro e spiccioli di sanzioni amministrative a favore dell’Asl5, ma le sue radici affondano a qualche mese fa: durante un sopralluogo alla struttura – al centro di un ampio programma di recupero che vede protagonisti Regione, Comune di Sesta Godano e Parco, che puntano attraverso la riapertura dell’impianto a ripopolare i corsi d’acqua liguri – è stata infatti riscontrata la presenza di materiali contenenti amianto di tipo compatto. Una presenza sgradita che ha fatto scattare la sanzione a carico dell’ente regionale. Regione Liguria, proprietaria della struttura chiusa da anni, avrebbe dovuto infatti censire e segnalare l’immobile ad Asl5. Una dimenticanza che è costata cara: la Regione, per sanare il censimento tardivo, è stata costretta a pagare una sanzione amministrativa di 344,30 euro per inosservanza dell’obbligo di comunicare all’Asl la presenza di materiali contenenti amianto, come previsto dalla legge del 2009, e altri 258,23 euro per la mancata presentazione del rapporto di aggiornamento triennale per i manufatti contenenti amianto in matrice compatta. Proprio nelle prossime settimane dovrebbe decollare la convenzione tra Regione, Comune e Parco di Montemarcello Magra-Vara per avviare il progetto di rilancio dell’impianto, che in poco più di dieci anni di attività – tra il 1993 e il 2003 – garantì il ripristino delle popolazioni salmonicole autoctone di trota mediterranea nel fiume Vara.