
Distanti 25mila chilometri ma ‘presenti’ nei pensieri di 240 famiglie spezzine che hanno dato vita alle loro adozioni a distanza. Sono i bambini e i ragazzi che, in Madagascar - orfani o figli di coppie in affanno - crescono grazie agli aiuti veicolati ad personam e alle strutture cattoliche d’accoglienza di cui sono ospiti. Una rete di solidarietà il cui cuore pulsante è alle Grazie, appendice locale dell’associazione onlus “Bambini del Madagascar Tonga Soa” che ha la sua sede legale a Varese. Terminali delle attenzioni sono l’orfanotrofio San Giuseppe a Nosy Be, affidato a suor Anna Ferrante, missionaria italiana dell’Ordine delle Vocazioniste, e tre missioni cattoliche del nord del Madagascar - a Sainte Terese di Nosy Be, Ankaramibè e Maromandia) - gestite dalle suore Discepole di Santa Teresa del Bambin Gesù che insieme all’accoglienza delle ragazze senza famiglia si occupano anche di bimbi figli di genitori che arrancano. Nella cabina di regia degli aiuti mirati ci sono Paola Michelini e Loredana Ricci, tessitrici delle relazioni con i genitori adottivi e le strutture che si prendono cura della crescita dei ragazzi,
"ll Madagascar - spiega Paola - è uno tra i 15 Paesi più poveri al mondo. Per la popolazione non c’è certezza di una vita dignitosa, il primo problema è quello della sopravvivenza alimentare". Di qui gli assist, dell’associazione. Questa, nel suo complesso, si occupa della crescita di 350 ragazzi. La maggior parte di questi, 240, sono in relazione diretta con le famiglie spezzine che, ognuna, ogni anno mette in campo un contributo di almeno 100 euro. "Dai contributi per le adozioni derivano le risorse che consentono di estendere a tutti i bambini iscritti alla scuola delle missioni la fornitura del materiale scolastico e una assistenza medica preventiva" spiega Loredana. Nel corso degli anni sono state fatti miracoli. Hanno la forma di tre pozzi, una vasca di accumulo e la relativa rete di distribuzione dell’acqua; due impianti fotovoltaici, interi blocchi di servizi igienici; sono poi state arredate integralmente le due case che ospitano le ragazze senza rete familiare, per oltre 50 posti-letto; sono stati acquistati centinaia di banchi e intere biblioteche per le classi che, anno per anno, sono cresciute di numero, fino a comprendere addirittura due piccoli licei. Nei primi anni, insieme a suor Melinda Jaoravoana, madre superiora delle suore di Santa Teresa, e a suor Anna Ferrante dell’orfanotrofio, il punto di riferimento dell’associazione è stato il vescovo della diocesi di Ambanja, Monsignor Rosario Vella, missionario salesiano di origine siciliana, infaticabile nella realizzazione di scuole, ospedali e nuove missioni.
Corrado Ricci