Il "Tridente d’oro", il più alto riconoscimento a livello mondiale per attività di rilievo nelle operazioni subacquee, porta alla Spezia. Il destinatario è il dottor Sandro Carniel, originario di Treviso, ricercatore del Cnr dal 1997, attuale direttore della Divisione di Ricerca del Centre for Maritime Research and Experimentation della Nato che ha sede in viale San Bartolomeo (attiguo al Centro di Supporto e Sperimentazione navale della Marina Militare).
ll "Tridente d’Oro", considerato il Nobel della Subacquea, viene assegnato ogni anno dall’Accademia Internazionale di Scienze e Tecniche Subacquee (con sede a Roma); il premio vanta tra i suoi vincitori nomi del calibro di Jacques Costeau, Jacques Mayol e Folco Quilici, Sylvia Earle. Nel 2009 ottenne il riconoscimento Donatella Bianchi, due anni fa il premio fu assegnato all’ammiraglio Andrea Mucedola, originario delle Grazie.
L’"investitura" di Carniel è prevista il 7 marzo prossimo. Con essa viene premiato il suo impegno nello studio della oceanografia e delle interazioni tra Oceani e clima. Uno studio sempre più strategico, di cui Carniel è anche un eccellente divulgatore attraverso libri e conferenze, a misura di ’cervelloni’ ma anche di ragazzi, come quelli destinatari delle sue lezioni sulla goletta Pandora.
Le ricerche di Carniel si incentrano sulle relazioni che gli oceani hanno con l’atmosfera, sulla comprensione e modellizzazione numerica del ruolo svolto da correnti, vento e onde sul trasporto di calore e sale negli oceani, alla variabilità ad essi associata nell’evoluzione del clima, conseguenza dell’inquinamento nel mina il pianeta Terra.
Come è nata la passione per il mare e l’Oceanografia?
"Nato e cresciuto nell’area pedemontana di Treviso, i primi approcci col mare sono stati con le acque torbide dell’Adriatico. Non è stato un bell’inizio... Ma a farmi sognare, nella prima adolescenza, sono stati i telefilm della serie Magnum Pi; da lì mi sono appassionato ai fondali e al mare delle Hawaii. Un segno del destino perché è stato proprio in quelle isole del Pacifico, minacciate dall’erosione, che ho svolto importanti studi sul rapporto Oceano-clima".
Progetto nel cassetto?
"Far capire alle realtà militari l’importanza degli studi sui cambiamenti climatici non solo per proteggere l’ambiente ma per le implicazioni sulla sicurezza: un mare sempre più caldo sviluppa tempeste sempre più frequenti e intense; un mare sempre più alto mette a rischio le infrastrutture costiere (comprese quelle energetiche e militari), crea disequilibri che si trasformano in tensioni sociali, economiche, migrazioni; dinamiche, queste, che tendono a generare nuovi conflitti. Prevenirli, governare il cambiamento climatico, deve diventare una priorità anche il settore della Difesa"