
C’è bisogno di case a affitti calmierati e una adeguata riqualificazione dell’esistente. Ma il Comune di Spezia ha intrapreso la strada della vendita degli alloggi di edilizia popolare, almeno da quanto emerge dal bilancio di previsione, che ha sollevato le critiche del consigliere Andrea Montefiori. "Si mettono in vendita - spiega il rappresentante del Partito Democratico - alloggi di edilizia popolare per 2 milioni e 250 mila euro con il fine di ristrutturarne per pari cifra. Una scelta che abbiamo respinto perchè impoverisce il patrimonio abitativo". Il consigliere ha evidenziato come il piano vendita sia inferiore alle aspettative infatti sono stati venduti 10 alloggi popolari. "L’ultimo bando per l’assegnazione di alloggi pubblici è stato del 2021 ben dieci anni dopo quello precedente nonostante i maggiori bisogni dei cittadini. Però è aumentato il numero degli alloggi sfitti visto che siamo arrivati a 321. Ma allo stesso tempo questa amministrazione ha aumentato l’aliquota dell’Imu per i canoni concordati per calmierare il mercato degli affitti ed aiutare le famiglie che non hanno l’abitazione di proprietà".
Per il consigliere comunale dunque la soluzione al problema abitativo, evidenziato anche dal mancato contributo del bando Pinqua di 15 milioni di euro per la riquaificazione dell’esistente (incassato invece da Sarzana), non è la vendita. "Non si possono - conclude Montefiori - cedere alloggi di edilizia popolare perchè c’è necessità di residenzialità pubblica ed a canone agevolato. Chiediamo dunque che nella commissione consiliare competente venga ascoltata Arte alla presenza dei sindacati degli inquilini, per dettagliare le ricadute sul capoluogo delle annunciate risorse regionali stanziate per la manutenzione degli alloggi Erp".