REDAZIONE LA SPEZIA

Nell’inferno a Marrakech una famiglia spezzina "Eravamo sotto la torre poco prima che crollasse"

Salvi perchè al momento della scossa sono saliti sul bus per l’albergo

Nell’inferno a Marrakech una famiglia spezzina "Eravamo sotto la torre poco prima che crollasse"

MARRAKECH (Marocco)

Trovarsi nel posto sbagliato, al momento sbagliato. Per fortuna con un lieto fine.

"Cinque minuti prima della scossa di terremoto io e la mia famiglia eravamo nella piazza di Marrakech, appena usciti dalla medina, in prossimità del bastione delle mura che è venuto giù. E’ stato destino".

Francesco Angella, professionista spezzino, non è persona facilmente impressionabile, ma questa volta può veramente accendere un cero alla Madonna.

Con la moglie e la figlia era in vacanza in Marocco e venerdì sera si trovava proprio a Marrakech, dove c’è stato l’epicentro del terremoto di magnitudo 6.8 sulla scala Richter. Erano le 23.11, le 22.11 ora italiana, la terra ha tremato per diversi secondi. Circa 19 minuti più tardi è stata avvertita una seconda scossa, questa volta di assestamento, di magnitudo 4.9.

La fortuna di Francesco Angella e della sua famiglia, è stata che al momento della tremenda scossa di terremoto, si trovavano a bordo dell’autobus che doveva riportarli in albergo.

"Nell’immediato non mi sono reso conto di quello che stava succedendo – racconta Francesco, conosciuto e apprezzato in città per la sua professione di osteopata, chiropratico e masso-fisioterapista – pensavo che l’autista fosse impazzito perché l’autobus ’saltava’ di moto proprio. Invece era il terremoto".

Sono stati momenti drammatici per tutto quello che succedeva intorno.

"La cosa più impressionante – prosegue Angella – è stato il movimento di migliaia di persone che contemporaneamente hanno incominciato a correre. Purtroppo in queste situazioni chi ci rimette è sempre la povera gente che vive in case fatte con lo sterco di cammello. Una devastazione impressionante".

Secondo l’agenzia sismica del Marocco il terremoto è avvenuto a 11 chilometri di profondità, uno dei fattori che lo hanno reso così devastante. I morti a ieri sera erano almeno 1.037, con 1.204 feriti di cui 721 gravi.

Marrakech la storica moschea Koutoubia del XII secolo ha tremato ma è rimasta in piedi. Per il nostro concittadino e la sua famiglia, come per gli altri circa 500 gli italiani che si trovavano in Marocco nella zona colpita dal devastante terremoto, è inevitabile il rientro in Italia.

"Se tutto va bene partiremo domattina (oggi per chi legge), la nostra vacanza termina qua e siamo contenti di poter tornare a casa sani e salvi...".

Massimo Benedetti