REDAZIONE LA SPEZIA

Nel nome di Giovanni e Paolo I nomi dei due magistrati simbolo della lotta alla mafia scelti dall’Isa 19 come modello di riferimento

All’Istituto comprensivo di Riccò del Golfo è stato attribuito il titolo "Falcone-Borsellino" a partire dal corrente anno scolastico perché nella scuola si è sempre affrontato il tema della legalità, volendo approfondire in modo più esaustivo e diretto la mafia e chi si è speso con dedizione per combatterla. Il 10 aprile 2019 nei locali della scuola "Mario Sironi" è stato ospitato il fratello più giovane di Paolo Borsellino, Salvatore, che ha tenuto un importante discorso di fronte a tutti i ragazzi, grandi e piccoli, della secondaria di I grado. Nella sua conferenza Salvatore ha espresso molti concetti significativi, accolti con vivo interesse dalla giovane platea, ma uno su tutti ha letteralmente ammutolito il pubblico: "La mafia è il tumore più forte di tutti". Scandendo queste parole Salvatore guardava dritto negli occhi i ragazzi, i quali lo ascoltavano colpiti. Con questa espressione Salvatore ha appositamente paragonato il sistema mafioso a una malattia mortale come il tumore, dato che essa si insinua dentro le persone e le corrode dall’interno, proprio come fa la mafia. La frase, di per sé, è molto simbolica, ma, allo stesso tempo, veritiera poiché le persone, se lasciate sole in una situazione complicata, tendono a cadere nelle mani della mafia e a perdersi.

Prima di congedarsi Salvatore ha utilizzato una metafora molto efficace, la metafora del cucchiaino: se una sola persona prova a svuotare il mare con un cucchiaino non ce la farà mai, ma se invece tutti insieme unissimo le nostre forze e con un cucchiaino a testa iniziassimo ad aiutare quella singola persona, tutti insieme potremmo riuscirci. Questa immagine è stata colta da alunni e professori come un invito concreto a portare avanti gli ideali dei due eroi che avrebbero voluto vedere la mafia definitivamente sconfitta. Spontaneamente, nei giorni successivi alla conferenza, gli alunni e i docenti hanno proposto l’idea di intitolare l’intero istituto alla memoria dei due magistrati, prima alla Dirigente scolastica e poi al Sindaco del Comune di Riccò del Golfo, attraverso una lettera sentita e firmata da tutti. Ovviamente la proposta è stata accolta con entusiasmo dalle autorità competenti e ha dimostrato che la scuola è l’ambiente ideale per parlare di questi argomenti, in quanto se tali concetti vengono fatti acquisire quando si è piccoli, è più facile evitare che le menti delle nuove generazioni siano influenzate da comportamenti scorretti e irrispettosi delle regole. Oggi tutti noi, alunni e insegnanti, ci possiamo dire una volta di più testimoni dei valori di giustizia e abnegazione di cui i due giudici sono stati brillanti esempi!