Negata la cittadinanza. I reati commessi dal figlio penalizzano la madre

Il Tar del Lazio respinge il ricorso della donna contro il decreto del ministero. Il giovane aveva patteggiato due processi per furto e possesso di droga.

Negata la cittadinanza. I reati commessi dal figlio penalizzano la madre

Negata la cittadinanza. I reati commessi dal figlio penalizzano la madre

Le colpe del figlio ricadono sul genitore, che vede svanire la possibilità di ottenere la cittadinanza italiana. È la tesi sostenuta dal Tar del Lazio, che ha respinto il ricorso presentato da una donna originaria della Repubblica dominicana contro il decreto con cui il ministero dell’Interno nel gennaio 2019, aveva respinto la domanda di concessione della cittadinanza italiana presentata dalla donna, residente nello Spezzino. Un diniego, quello del ministero, che poggia su una legge del 1992 che regola i criteri per la richiesta e l’ottenimento della cittadinanza italiana. A pesare, i "pregiudizi di carattere penale" del figlio, denunciato la prima volta il 3 marzo 2011 dalla Guardia di finanza della Spezia per possesso di sostanze stupefacenti, e nuovamente segnalato all’autorità giudiziaria nel giugno dello stesso anno, per furto con strappo, dalla Squadra mobile della questura spezzina. Sono scaturiti procedimenti penali conclusi con patteggiamento e sospensione condizionale della pena, ma tanto è bastato al ministero per negare la cittadinanza. "Gli elementi negativi emersi a carico del figlio vanno considerati non nel loro valore isolato, bensì inseriti nel complesso della valutazione del nucleo familiare del richiedente, nei cui confronti il giudizio compiuto dall’autorità è frutto di una valutazione complessa" affermano i giudici.

Matteo Marcello