Nave Trieste al debutto delle prove in mare. I test prima della consegna alla Marina

Il sottosegretario Pucciarelli: "Espressione dell’eccellenza cantierista, strumento fondamentale per la tutela degli interessi nazionali"

Nave Trieste nel momento in cui lascia lo stabilimento Fincantieri del Muggiano

Nave Trieste nel momento in cui lascia lo stabilimento Fincantieri del Muggiano

La Spezia, 15 agosto 2021 - "Wow", "Che imponenza...", "Un gigante...". Espressioni ricorrenti negli ultimi giorni nel golfo alla vista della nave anfibia multiruolo Trieste – portaerei, portaelicotteri, unità-ospedale – al debutto delle prove in mare sulla via della consegna alla Marina Militare che avverrà nel 2022, ad epilogo dell’allestimento in corso nello stabilimento Fincantieri del Muggiano. Da lì l’unità - lunga 245 metri, larga 50 e alta 30 - ha lasciato gli ormeggi l’11 agosto per il primo giro-test, che si è ripetuto anche il giorno successivo. Uno spettacolo apprezzabile dalle sponde del golfo ma anche dal popolo del mare che per lavoro e diporto incrocia in esso. Fra i primi coglierlo col divenire del giorno, i muscolai alle prese con le cure dei vivai sul lato di levante della diga. C’è chi si è messo sull’attenti e ha porto il saluto con la mano alla fronte. Questione di spontaneità e anche di ritrovata amicizia con la Marina Militare dopo la disponibilità – espressa formalmente dall’ammiraglio di squadra Giorgio Lazio (l’assegnazione della terza stella è conseguenza del 61° compleanno sulla via del passaggio di testimone ad ottobre) – per la traslazione verso la città delle boe per la calibrazione dei tiri delle navi grigie, traslazione che avrà l’effetto indotto di allargare gli spazi fruibili dalla mitilicoltura.

Tra gli spettatori illustri del progress della nave – con scafo costruito e varato allo stabilimento di Castellamare di Stabia, in fase di completamento-armamento alla Spezia dove era arrivata iol 7 gennaio del 2020 – il Sottosegretario dalla Difesa Stefania Pucciarelli che, ospite della barca da diporto di un’amica, ha voluto fare una puntata al Muggiano per apprezzare l’unità da vicino, già meta di attenzione nella visita che compi al Muggiano il 21 aprile scorso. Oggi come allora parole intrise di orgoglio.

"La nave è espressione dell’eccellenza nel settore della cantieristica e dell’alta tecnologia dell’Italia, che. come pochi altri Paesi, al mondo è in grado di progettare, costruire ed impiegare con successo un assetto così articolato e complesso". Poi l’analisi politico-miliitare: "Nell’attuale contesto internazionale abbiamo bisogno di mari ben presidiati, non solo quelli contigui alle nostre coste, ma anche quelli lontani in cui il nostro Paese, oltre a contribuire alla stabilizzazione di aree di crisi, deve proteggere i suoi prioritari interessi, economici e commerciali. E il cantiere del Muggiano, ricco di altissime competenze professionali, da sempre garanzia di un “made in Italy” che porta nei mari del mondo eccellenze italiane, sta contribuendo ad ampliare le capacità operative della Marina Militare, come dimostrano i lavori su questa unità anfibia multiruolo che sarà consegnata alla Forza Armata nel 2022".

Nave Trieste, dotata anche di un ospedale di 700 metri quadrati (il più grande ospedale presente a bordo delle unità navali della nostra Marina Militare) è interprete della nuova visione-missione delle navi della flotta; il principio è quello del dual use: nell’ambito civile sarà in grado di proiettare assetti operativi umanitari, in occasione di eventi straordinari/calamità naturali. La mission principale è ovviamente quella militare. La nave ha requisiti di standardizzazione e interoperabilità capaci di rendersi strumento della politica di difesa comune europea, in particolare per le capacità di imbarco, trasporto, rilascio, impiego e supporto di mezzi anfibi e aerei.