
Uno dei trenta presepi realizzati a Monterosso con materiale riciclato
Anche la natività può diventare occasione per lanciare un messaggio ecologico. Lo sanno bene nel borgo di Monterosso, dove scuole del territorio, le associazioni, i gruppi e gli abitanti hanno dato vita a un’inedita mostra fatta da 30 presepi realizzati in materiali di scarto, che saranno esposti nel convento dei frati cappuccini del paese fino al 16 febbraio 2025. L’esposizione s’intitola ’Un Natale che ha cura del mondo’ e ha coinvolto la cittadinanza intera, che ha sviluppato una forte coscienza sull’importanza della tutela ambientale, della riduzione dei materiali di scarto, della promozione dell’economia circolare. Una sensibilità perfettamente in linea con il ’ Cantico delle creature’ di San Francesco, ode al creato e testimonianza della cura di esso, di cui il prossimo anno si celebrerà l’ottocentesimo anniversario. Ed ecco che il progetto ha preso forma, curato dal convento dei frati cappuccini che guarda dall’alto il paese, in collaborazione con la locale pro loco e la Pubblica Assistenza Croce Bianca e con il patrocinio del Comune di Monterosso e del parco nazionale delle Cinque Terre.
Un parallelo fra la prima natività vivente realizzata grazie al santo nel Natale 1223 nel gorgo di Greccio e la sua evoluzione moderna, sviluppato anche grazie al lungo impegno pregresso dei docenti del plesso di Monterosso sui temi del riciclo, della cura, del consumo consapevole, dell’economia delle risorse. Un lavoro da cui ha preso il la il coinvolgimento di altri attori del territorio, guardando anche all’esempio del presepe di Mario Andreoli, campione del riciclo.
E la fantasia dei partecipanti al progetto non si è tirata indietro: una scatola delle consegne diventa capanna, così come i cartoni delle uova vengono utilizzati per creare grotta e villaggio, i vestiti dismessi si trasformano in sacra famiglia, seguendo la lezione di Pistoletto, e ancora un bricco del latte è il punto di partenza per dar vita alla Madonna, e non potevano mancare gli elementi del mare, come il pagliolo dismesso di una barca per appoggiare la culla del bambinello. Bottoni, spolette, bottigliette di vetro, sassolini della spiaggia, anime dei rotoli di carta igienica, legni e bastoncini restituiti dalle acque, i tappi di sughero, i fogli musicali della banda, gli strumenti della Pubblica Assistenza: un campionario di materiali recuperati. Hanno partecipato anche le confraternite: quella di Santa Croce ha presentato un presepe tutto bianco usando moccoli di candela per la capanna e le figure, mentre "Mortis et Orationis" lo ha realizzato nero con pezzi usurati dell’Oratorio: una vecchia piastrella del pavimento, una goccia del lampadario e scarti delle tuniche.
C.T.