
Bruno Montefiori
La Spezia, 24 agosto 2021 – Aveva 80 anni e ha lasciato non solo il ricordo, ma un grande segno sulla città. Se ne è andato oggi Bruno Montefiori, una persona perbene, sindaco della Spezia dal 1985 e il 1990. Una lunga lista di persone hanno inviato il loro messaggio di cordoglio alla nostra redazione, nel ricordo di Montefiori.
Iniziamo dall'attuale sindaco, Pierluigi Peracchini, proseguendo poi in ordine sparso.
“La perdita di Bruno Montefiori getta tutta la nostra comunità in un grande sconforto - dichiara il sindaco Peracchini -. Un galantuomo della politica d’altri tempi, dove il bene comune e gli interessi della Città dovevano prevalere sempre sui personalismi. Lunghissima la sua carriera politica, che ha inciso profondamente nella collettività non solo dal punto di vista amministrativo ma soprattutto umano. Montefiori è stato, senza dubbio, uno dei sindaci più apprezzati e stimati dagli spezzini, come testimoniano, a poche ore dalla sua scomparsa, i tanti messaggi di cordoglio. Ricordo la sua telefonata quando fui eletto indaco e il suo consiglio di praticare sempre l’arte della diplomazia, come lui saggiamente l’aveva messa in campo per evitare la frattura storica fra Psi e Pci alla Spezia. A nome di tutta la Città, porgo alla sua famiglia le più sincere condoglianze”.
Poi, c'è l'amico e collega Sandro Bertagna: “La scomparsa di Bruno priva me e tanti nostri concittadini di un fraterno amico, di un compagno sincero e leale. Per me, come per quanti hanno avuto il privilegio di conoscerlo, rimane ora una sofferta mancanza. Eravamo coetanei e ci conoscevamo dai primi anni '60, dai tempi in cui entrambi facevamo le nostre prime scelte politiche aderendo ai partiti della sinistra di allora. Alla fine di quel decennio i nostri rapporti si intensificarono nel comune impegno di rilanciare e rivitalizzare, in forme nuove ed istituzionali, la partecipazione dei cittadini al governo della città. Ed anche per questa via abbiamo dato un contributo alla ripresa di un rapporto unitario delle forze politiche della sinistra spezzina fino alla riproposizione delle Giunte di sinistra delle quali fummo, molti anni dopo, entrambi sindaci.
Di lui rimarrà il ricordo della sapienza, della gentilezza, dell'onestà e del modo limpido con cui faceva politica nella società civile e nelle istituzioni. Ci mancherà e mancherà a tutta la nostra città.
Oggi lo ricordiamo e mai lo dimenticheremo abbracciando con affetto tutti i suoi cari: la sua carissima moglie, i figli Andrea e Silvia e i nipoti di cui in ultimo sempre mi parlava.
E il coordinamento provinciale del Pd della Spezia nell'esprimere le più sentite condoglianze al figlio Andrea e a tutta la famiglia: “Bruno Montefiori era, prima di tutto, una persona perbene, un uomo di sinistra, un compagno. Voleva bene alla sua città e lo ha dimostrato da sindaco, da amministratore, da semplice cittadino. Ci mancherà molto il suo equilibrio, la sua tolleranza, il suo coraggio”.
Il presidente del consiglio regionale Gianmarco Medusei: “Con la scomparsa di Bruno Montefiori se ne va un pezzo di storia della Spezia. Montefiori è sempre rimasto convintamente ancorato a una ben definita idea di sinistra, in particolare quella socialista. Ricordato da tutti per le sue capacità e una maniera d'altri tempi d'intendere la politica, riuscì a tenere insieme socialisti e Pci in un periodo storico in cui i rapporti tra i due partiti non erano affatto buoni. Al di là delle idee e degli schieramenti, uomini come Montefiori sono indispensabili per la buona politica. A tutta la sua famiglia le condoglianze mie e del Consiglio regionale”.
E ancora Paolo Asti: “Ho conosciuto Bruno Montefiori che quasi portavo ancora i pantaloni corti, era la campagna elettorale delle amministrative del 1985 a cui partecipai come candidato nella IV circoscrizione. Sandro Pertini era al Quirinale e Bettino Craxi da Palazzo Chigi inseguiva l’onda lunga socialista. Alla Spezia, Bruno Montefiori condivideva la militanza socialista nella corrente della sinistra socialista insieme a Sauro Baruzzo, Antonello Pischedda, Ettore Dazzara, Carlo Barbanente, Pino Meneghini e pochi altri ancora, pesando all’interno del partito dell’epoca, grazie alla loro capacità di fare politica, molto più del peso che gli accordi nazionali riconoscessero alla corrente. Non per caso dunque, nel momento del massimo consenso del segretario nazionale e presidente del consiglio, molti di loro vennero chiamati a un ruolo politico nazionale o amministrativo locale di primissimo piano nonostante lo schieramento di opposizione interna al partito. Fu una campagna elettorale entusiasmante capace di eleggere un socialista a sindaco della Spezia con modalità elettive e politiche completamente diverse da quelle conosciute oggi. La scelta interna avvenne dopo il confronto con un altro grande socialista: Gianfranco Mariotti e la stampa riportò l’ipotesi di una staffetta tra i due simbolo di una mediazione politica che oggi non esiste più. Gianfranco Mariotti venne eletto successivamente senatore e Bruno ebbe modo di completare il proprio mandato costruendo le basi di quella che sarebbe diventate Spezia degli anni Duemila. Ero poco più di un ragazzo e rimasi colpito dal fascino di quel gruppo di uomini capaci di andare contro corrente e di tenere fede a qualcosa di più che l’appartenenza a un partito, di mantenere un’amicizia al di sopra dei piccoli interessi personali. Inutile parlare della lucidità politica amministrativa ed anche degli errori compiuti, ma un ricordo mi piace condividerlo di quando ebbi modo di compiere un viaggio in auto da Spezia a Genova. In autostrada Bruno chiese all’autista di farsi da parte per prendere lui la guida dell’Alfa Romeo per non giungere a Genova con l’evento già cominciato. Ma indimenticabile resta lo stupore nel viso del poliziotto che ci fermò per la velocità un po’ troppo elevata quando apprese che quello seduto a fianco dell’uomo alla guida non era il sindaco ma l’autista. I fatti del 1992 hanno cambiato tutto, sono saltate le alleanze, ognuno ha compiuto scelte senza mai far venire meno la stima personale. Di loro resta l’insegnamento dato dall’esempio di uomini politici che questa ormai terza Repubblica non può che rimpiangere”.
Antonella Franciosi di Italia Viva La Spezia: “Bruno Montefiori in sella alla sua bicicletta è l’immagine cara che ci accompagna da molti anni. Un’immagine rassicurante e schietta che continueremo a portare con noi. Montefiori fu il sindaco capace di governare la città per cinque anni di seguito e tenere insieme Psi e Pci, e soprattutto il suo Psi, prima dell’elezione diretta, quando i sindaci erano scelti dai consiglieri comunali, liberi di licenziarli senza timore di elezioni.
La sua comunità politica gli deve molte delle idee che sono state messe a servizio della città.
La sua capacità di dialogo dovrebbe esserci da monito. Ci stringiamo in un abbraccio alla sua famiglia e in particolare ad Andrea, compagno di tante battaglie”.
Tocca a Piergino Scardigli: “A nome dei repubblicani della Spezia e personalmente sono ad esprimere alla famiglia Montefiori le più sentite condoglianze per la dolorosa scomparsa del loro caro. Con Bruno ci siano conosciuti ancora ragazzi e tante sono state le vicende politiche e sociali che abbiamo insieme vissuto nel Consiglio comunale, nel dibattito politico, nel mondo della formazione. Lui ha saputo ricoprire l'incarico di Sindaco della Spezia con intelligenza, misura
ed umanità così come era nel suo naturale modo d'essere. È stato un modello di correttezza, un esempio per molti. Anche il coraggio e la compostezza con cui ha affrontato la malattia
hanno confermato la sua elevata statura di 'uomo'”.
L'ex segretario del Psi Spezzino, Carlo Baudone: “Avevo conosciuto Bruno nella campagna referendaria sul divorzio nel maggio 1974. Bruno è stato un socialista riformista,orgogliosamente socialista, di quella parte della sinistra che si batteva sempre contro chi cancellava la libertà, fosse il regime comunista sovietico o la dittatura cilena di Pinochet. Sempre dalla parte della libertà, dell'uguaglianza, della giustizia contro ogni massimalismo. Faceva parte della sinistra socialista, ha sempre avuto un’impostazione che ricercava 'L’Unità' della sinistra, ma per fare questo non faceva sconti quando si trattava di difendere i principi in cui credeva: unitario ma con le sue idee socialiste.
Montefiori fa parte di diritto di quelle generazioni di socialisti spezzini che hanno servito le istituzioni con competenza, che hanno fatto progredire la nostra comunità e che ho avuto l’onore di avere come maestri, fra cui ricordo Landi, Mariotti, Pischedda, Cavallini, Quartieri, Meneghini, Battolini, Godano, Zago e mi scuso se non li ricordo tutti. È stato un grande amministratore, prima come assessore alla Cultura, che ha segnato tante estati spezzine quando gli enti locali diventarono protagonisti nel riportare in piazza le persone che venivano dagli anni di piombo del terrorismo, poi come assessore al Bilancio di cui conosceva ogni piega e infine come sindaco, primo sindaco socialista al termine di una lunga trattativa fra il Pci e Psi.
Fu un sindaco di mediazione in una giunta che vedeva personalità del calibro di Walter Bertone, Gianfranco Mariotti, Emiliana Santoli per citarne solo alcuni che sono stati anche parlamentari.
Infine dopo essere stato eletto in Provincia venne nominato nel collegio sindacale della Cassa di Risparmio.
Bruno è stato un amministratore preparato, di quella scuola dei partiti della prima Repubblica che facevano fare la gavetta nelle sezioni, nei quartieri, a contatto con la gente.
Tutto il contrario dell’improvvisazione e della superficialità che caratterizzano la politica di oggi.
È stato un sindaco popolare ma mai populista, rifiutando sempre la facile demagogia. Mi aveva colpito al funerale di Pino Meneghini, due anni fa, a Sarzana: sapevo che avrei incontrato i vecchi compagni e allora avevo tirato fuori delle vecchie fotografie.
Gliene consegnai un paio e lui guardandone una mi disse: “questa starebbe bene sulla mia lapide”. Lo mandai amichevolmente a quel paese, ma dopo pochi mesi rivedendolo, capii. Ricordo una delle nostre ultime conversazioni: aveva visto il film su Craxi ed era rimasto particolarmente colpito ed emozionato nel rivedere il grande leader socialista, di cui non era mai stato un fedelissimo, così malato, stremato, piegato.
Spezia perde un suo grande figlio, che ha dedicato la sua opera e il suo impegno per renderla più moderna, più attrattiva, più bella, più vivibile.
Non mancheranno le occasioni per parlare delle opere messe in cantiere e realizzate dalla sua amministrazione. Nell’ultimo biglietto che gli avevo mandato insieme ad una sua fotografia gli avevo scritto scherzando: 'Non so se sei stato il miglior Sindaco di Spezia, ma sicuramente il più elegante!'”.
Le parole di Brando Benifei europarlamentare spezzino e capodelegazione del PD al Parlamento Europeo: “Un grandissimo dispiacere la scomparsa di Bruno Montefiori, protagonista di grandi cambiamenti della città. Con Montefiori perdiamo un uomo lungimirante, colto e garbato, con una grande passione per la politica e un grande amore per la sua città, che è anche la mia. Un abbraccio al figlio Andrea e a tutta la famiglia e agli amici. Ci mancherà”.
E l'onorevole Raffaella Paita: “Ci ha lasciati un uomo con un profondo rispetto delle istituzioni. Bruno era un socialista dalla visione lungimirante e moderna. Era un uomo di grande spessore culturale da sempre impegnato per la formazione delle giovani generazioni. La politica è stata la sua grande passione e anche in questi anni non ha mai mancato di dare il suo contributo attraverso la partecipazione alla vita della città. Ha amato tanto La Spezia e il quartiere Umbertino dove viveva. Ci ha insegnato molto anche per lo stile e l’eleganza che lo caratterizzavano. Il mio abbraccio commosso va alla moglie , al mio caro amico Andrea, alla figlia Silvia e agli adorati nipoti Marco, Bianca e Stella”.
Infine Moreno Veschi: “Sono stato assessore della sua giunta dal 1988 al 1990. Una giunta di sinistra. Ho conosciuto Bruno quando era assistente sociale a Rebocco e ho collaborato con lui nel lontano 1975 all’elaborazione del primo regolamento dei consigli dei quartieri. Credeva nella partecipazione popolare. È ricordato come assessore alla Cultura e al Decentramento delle prime giunte di sinistra. Si può dire che è stato il costruttore di una rete culturale che alla Spezia non esisteva. Bruno è sempre stato un uomo della sinistra socialista. Un gruppo che ha inciso nella vita della città. Ricordo oltre a Bruno, Ettore Dazzara, Pino Meneghini e Antonello Pischedda. Alla fine degli anni 80 i rapporti nazionali tra il Pci e Psi non erano buoni, anzi cattivi. Ma alla Spezia anche per merito di Bruno sono rimasti buoni e le giunte di sinistra hanno resistito in piedi sino al terremoto politico nazionale del 1992, che ha visto il tracollo del Psi con la sua storia gloriosa e il cambio di nome del Pci. Anche dopo il 1992 Bruno Montefiori non ha mai avuto incertezze: sempre schierato a sinistra. Per qualche tempo siamo anche stati iscritti al medesimo partito i Democratici di Sinistra. Negli ultimi anni ci siamo ancora di più avvicinati come amicizia frequentando la compagnia del Bar Cantieri, oggi Kairos. Addio Bruno”.