MASSIMO MERLUZZI
Cronaca

Muore per le infezioni prese in ospedale

Era stata ricoverata per la frattura del femore, i problemi sono poi emersi quando è tornata a casa. Le è stata diagnosticata una sepsi: il tribunale ha quindi accertato la responsabilità del Sant’Andrea

La Spezia, 18 maggio 2024 – Il decesso è avvenuto nel momento più acuto dell’emergenza sanitaria all’ospedale Sant’Andrea della Spezia e per questo non è stato semplice ricostruire le varie fasi anche perché la donna era stata dimessa dal reparto di ortopedia facendo poi ritorno successivamente.

Ma dopo un lungo, e contrastato percorso, la famiglia della novantenne deceduta si è vista riconoscere le proprie ragioni attraverso il lavoro attento dell’avvocato Jacopo Alberghi del foro della Spezia e il supporto del consulente tecnico. L’Asl 5 spezzina è stata dunque condannata al risarcimento complessivo di oltre 300 mila euro suddivisi in 194 mila euro a favore della figlia e 118 mila per il figlio della defunta, oltre alle spese di soccombenza.

L’anziana spezzina di 93 anni era stata ricoverata a ottobre 2020 dopo una caduta che le aveva causato la frattura del femore. Dopo le dimissioni l’anziana era stata però costretta a rivolgersi nuovamente alle cure del pronto soccorso dell’ospedale della Spezia, poiché fortemente sofferente. Veniva quindi diagnosticata sepsi da infezione delle vie urinarie e da infezione di ferita chirurgica ortopedica, con disposizione di nuovo ricovero nel corso del quale veniva confermata l’infezione da germi nosocomiali come dimostrato in giudizio nonostante l’azienda sanitaria negasse ogni responsabilità sul decesso rigettando quindi le richieste risarcitorie avanzate dagli eredi attraverso l’avvocato Jacopo Alberghi.

La donna è poi deceduta il 15 dicembre 2020. Il collegio peritale nominato ha confermato la piena responsabilità della struttura sanitaria nonostante l’azienda sanitaria spezzina collegasse la causa del decesso a una infezione contratta al di fuori dell’ospedale dopo le dimissioni.

Il Tribunale della Spezia ha però ritenuto fondata la tesi presentata dal consulente tecnico incaricato dal difensore della famiglia della defunta che ha messo in luce i segni inequivocabili di ben tre infezioni contratte già prima dell’uscita dall’ospedale. Il Tribunale ha quindi previsto un punteggio per ognuna delle circostanze indicate con determinazione del totale secondo le circostanze presenti nella fattispecie concreta e moltiplicazione del risultato per il valore punto, pervenendo così all’importo monetario. Quindi è stato riconosciuto il risarcimento di 193 mila 824 euro alla figlia e di 118 mila 111 al figlio della deceduta oltre alle spese di Ctu e quelle processuali di soccombenza.

Massimo Merluzzi