Molestatore seriale in manette, incubo finito L’aggressione ai poliziotti come ultimo atto

Il giudice questa volta convalida l’arresto e dispone l’isolamento in carcere. Precedenti per violenza sessuale,furto, rapina e maltrattamenti

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"Arrestatemi pure tanto il giudice domani mi mette fuori....". Aveva detto agli agenti mentre cercavano di immobilizzarlo, con la memoria a quanto accaduto il 5 dicembre scorso dopo il fermo per un tentativo di rapina ai danni di un tabaccaio di viale Italia. Questa volta la flagranza del reato contestato - violenza, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale e lesioni - c’era tutta e John Henry Condumi, 20 anni, colombiano, è stato spedito in carcere in cella di isolamento, con prognosi di pericolosità sociale, nella prospettiva di una perizia psichiatrica e della tessitura investigativa delle sue malefatta in città da un mesetto a questa parte: è indagato per rapina, furto aggravato, minacce, maltrattamenti in famiglia e molestie sessuali. Così l’epilogo dell’ultima prova dell’indole criminale dello straniero. A porre fine all’escalation di reati, sono stati gli operatori della Polizia di Stato.

Era da poco passata la mezzanotte di domenica quando la Centrale Operativa della Questura inviava una pattuglia della Squadra Volante presso un bar in via della Canonica a seguito della segnalazione di un tentativo di furto. Sul posto gli agenti prendevano contatti col proprietario; riferiva che un ragazzo di grossa stazza, approfittando della sua temporanea assenza dal bancone, tentava di asportare dalla cassa il denaro; a bloccarlo dal proposito ci avevano pensato alcuni avventori; gli stessi fornivano agli agenti la descrizione dettagliata del soggetto, compreso il particolare dei capelli biondi ’impossibili’ per il colore della pelle.

Subito i poliziotti hanno capito di avere a che fare col "molestatore seriale" come definito dalle cronache più recenti (ultima quella di ieri sulla rapina ad un negozio di fiori di piazza Verdi). Iniziava la caccia all’uomo. Condumi veniva rintracciato in piazza Europa seduto ad un tavolino, con una bottiglia di birra davanti. Alla vista degli agenti proferiva offese e minacce. Un poliziotto gli ha tolto la bottiglia dalla portata della bocca; lui gli ha agguantato una mano per poi torcergliela con violenza (medicato al pronto soccorso, all’operatore gli è stata refertata una ferita guaribile in 15 giorni). Alla fine la furia è stata domata; giusto per collocarla su una Volante e raggiungere la Questura. Ma anche nell’auto i poliziotti hanno faticato per raffreddare i bollenti spiriti. Nel corso della fotosegnalazione, il colombiano spezzava gli occhiali da vista ad un operatore della scientifica. Di qui, visti anche i numerosi precedenti penali, l’arresto. Ieri il processo per direttissima, con la convalida del provvedimento restrittivo ad opera del giudice Elisa Scorsa, su istanza del pm Raffaele Giumetti.

Intanto da piazza Verdi sale la gratitudine dei residenti dopo tanti giorni vissuti nell’apprensione. Se ne fa interprete la tabaccaia Giulia Landi che aveva muro alla pretesa del soggetto di acquistare sigarette pagando in dollari e per questo era stata oggetto di minacce a sfondo sessuale, denunciate ai carabinieri. "Grazie agli operatori delle Forze dell’Ordine, in particolare ai poliziotti della Squadra Volante, per l’impegno, la professionalità e le premure che mi hanno dimostrato".

Corrado Ricci