Mitili e ostriche non depurati finivano in ristoranti e pescherie: sei denunce

Operazione congiunta di Guardia di Finanza e Asl 5. I muscoli e le ostriche vengono da uno stabilimento nello Spezzino

Mitili e ostriche sequestrati dalla Finanza

Mitili e ostriche sequestrati dalla Finanza

La Spezia, 9 aprile 2024 – Hanno immesso sul mercato 54 tonnellate di mitili non depurati: sei persone denunciate dalla guardia di finanza, in un'operazione congiunta con l'Asl 5. Al termine di un’articolata attività di indagine, diretta alla tutela della salute pubblica, della sicurezza alimentare e alla repressione delle frodi nel commercio, i finanzieri del comando provinciale della Spezia coadiuvati dai dirigenti veterinari dell’Asl 5 del capoluogo, hanno riscontrato condotte illecite perpetrate in uno stabilimento di depurazione di molluschi bivalvi (mitili e ostriche) nella provincia della Spezia, denunciando 6 operatori del settore della filiera per il presunto reato di frode nell'esercizio del commercio.

I militari della Compagnia di Sarzana, di concerto con l’autorità giudiziaria spezzina, avevano già inizialmente sequestrato e destinato alla distruzione 9 quintali di mitili, per scongiurare rischi igienico-sanitari per i consumatori, considerato che, confezionati senza essere stati prima depurati, erano destinati a ristoranti e pescherie locali, eludendo e vanificando l’efficacia dei previsti controlli sanitari. Le indagini svolte anche attraverso il controllo dei filmati ripresi con le telecamere di sorveglianza installate allo stabilimento, hanno permesso di accertare che ulteriori 54 tonnellate di molluschi sono state poste in commercio senza subire precedentemente i trattamenti di depurazione previsti dalle normative sanitarie vigenti. L’Asl e la Guardia di Finanza, infine, nell’ambito delle proprie attività di controllo nel settore alimentare, sensibilizzano la popolazione circa i rischi di consumare muscoli, ostriche e molluschi bivalvi in genere non controllati poiché la loro mancata depurazione rappresenta un potenziale rischio igienico sanitario e di salute pubblica.

“Per questo motivo, i frutti di mare raccolti nelle aree di produzione classificate sono sottoposti a controllo per la ricerca di sostanze tossiche e nocive che, se rinvenute, comportano l’immediato blocco dell’area e il divieto di raccolta”. “Inoltre, il sevizio congiunto tra Guardia di Finanza e Asl – concludono – testimonia la consolidata sinergia tra amministrazioni dello Stato nel primario interesse della tutela della salute pubblica e del regolare svolgimento del commercio, perseguendo gli operatori che adottano politiche commerciali scorrette e soprattutto pericolose per la salute della collettività”.

Marco Magi